L’inflazione torna sotto il 2% nell’area euro, segnando un importante traguardo nella politica monetaria europea. Secondo i dati pubblicati da Eurostat, l’indice dei prezzi al consumo nell’Eurozona si è attestato all’1,9% su base annua nel mese di maggio 2025, in calo rispetto al 2,2% registrato ad aprile e ben al di sotto del 2,6% di un anno fa. Anche nell’intera Unione Europea si osserva un rallentamento: dal 2,4% di aprile al 2,2% di maggio.
Eurozona: a maggio 2025, l'inflazione scende all’1,9%, minimo da oltre due anni
Il dato rappresenta un segnale rilevante per la Banca Centrale Europea, che punta a mantenere l’inflazione “prossima ma inferiore al 2%” nel medio termine". Tornare sotto questa soglia rafforza l’ipotesi di una politica monetaria meno restrittiva nei prossimi mesi, alimentando le attese di nuovi tagli ai tassi dopo il primo intervento di giugno.
Nonostante il calo complessivo, le dinamiche inflazionistiche restano eterogenee tra i 27 Stati membri. A maggio, i tassi più bassi sono stati registrati a Cipro (0,4%), Francia (0,6%) e Irlanda (1,4%), mentre i più alti si sono osservati in Romania (5,4%), Estonia (4,6%) e Ungheria (4,5%).
Rispetto ad aprile, l’inflazione è diminuita in 14 Paesi, è rimasta stabile in uno e aumentata in 12, segnalando un equilibrio ancora fragile nel controllo dei prezzi a livello continentale.
Analizzando i principali contributi all’inflazione dell’Eurozona, il maggiore impatto arriva dai servizi, che da soli hanno inciso per +1,47 punti percentuali. Seguono alimenti, alcol e tabacco con +0,62 punti, beni industriali non energetici con +0,16, mentre l’energia, grazie al calo dei prezzi, ha avuto un effetto negativo sull’indice generale pari a -0,34 punti percentuali.
Il rallentamento dell’inflazione rappresenta una buona notizia per famiglie e imprese, con un potenziale alleggerimento del costo del denaro nei prossimi mesi. Tuttavia, persistono incertezze legate a tensioni geopolitiche, shock energetici e possibili colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento.