La notizia che il Parlamento europeo, a strettissima maggioranza (un solo voto in più rispetto a chi voleva che le fosse revocata l'immunità parlamentare, ottenuta dopo la sua elezione a Strasburgo), ha evitato che Ilaria Salis dovesse rispondere, davanti alla giustizia ungherese, di accuse non certo provate, deve fare piacere a chi ha a cuore la democrazia e, con essa, il diritto di tutti ad esprimere idee, anche se contrastano quelle di chi ha in mano le leve del potere.
L'europarlamento salva Ilaria Salis, ma, sul voto, volano stracci tra Lega e Forza Italia
Una decisione che, peraltro, pur dovendo restare nell'ambito dell'europarlamento, sta avendo ripercussioni in Italia, dove Matteo Salvini ha tuonato, facendo ricorso alle cannonate: ''Accusata di lesioni aggravate potenzialmente letali e altre condotte criminose in concorso con altri, all'interno di un'organizzazione criminale. Ma col trucchetto del voto segreto, richiesto dai gruppi di sinistra, anche qualcuno che si dice di 'centrodestra' ha votato per salvare la signora Salis dal processo. Vergogna!''.
Frasi pesanti, che sembrano avere destinatari e indirizzo ben precisi: i parlamentari europei di Forza Italia che, ''nascosti'' nel mischione del PPE. avrebbero vestito i panni dei franchi tiratori, vanificando numericamente in questo modo una maggioranza che avrebbe dovuto approvare la revoca dell'immunità a Salis senza grossi problemi.
Se, da un lato, Salvini ha ragione sui numeri (solo con qualche passaggio di campo, sia pure giustificato dal convincimento che Salis sia una perseguitata, la parlamentare di AVS oggi è stata salvata) , dall'altro, dovrebbe prendersela, politicamente, solo con chi sta al governo con lui a Roma, perché la sinistra fa un altro mestiere rispetto al suo. Le bordare del segretario della Lega sarebbero mai potute cadere nel vuoto? Manco per niente...
"Le calunnie noi non le accettiamo, gli insulti non li accettiamo, non c'è nessuno che tradisce e nessuno che fa giochi strani", ha replicato Antonio Tajani, che, oltre a essere il capo della nostra diplomazia, è, ''incidentalmente'', anche lui vicepremier come Salvini, quindi reclama, a buon diritto, rispetto da parte del perennemente in guerra col mondo intero Salvini.
Anche il Pd ha fatto sentire la sua voce, con la vicepresidente dell'europarlamento, Pina Picierno, secondo cui ''l'Ungheria resta formalmente nell'Unione, ma viola in modo sistematico lo Stato di diritto, calpestando l'indipendenza della magistratura, la libertà di stampa e la tutela dei diritti fondamentali. Il voto di oggi è un primo passo: l'Europa non può tollerare zone franche dove lo stato di diritto viene sospeso''.
Le parole di Pina Picierno, sfrondandole e riportandole alla sostanza politica, fanno capire il clima che si è respirato in queste settimana dentro l'europarlamento. Parrebbe di capire che il voto di oggi, che ha salvato Ilaria Salis, abbia trovato la sua ragione non tanto nella certezza che l'esponente di AVS sia una perseguitata da parte della giustizia e, con essa, del governo ungherese, quanto che, con la sua decisione, l'europarlamento abbia voluto dare un segnale preciso ad Orban, facendogli capire che la misura è colma.
Resta da capire come Salis intende capitalizzare questa vittoria. La sua prima reazione non lascia dubbi in proposito,
''Siamo tutti antifascisti!'', ha affermato in un post e, una volta fuori dall'europarlamento, ha ribadito che ''è una vittoria dell'antifascismo, dell'Europa antifascista''. Per lei quello di oggi è stato ''un voto per la democrazia, lo stato di diritto e l'antifascismo. Questa decisione dimostra che la resistenza funziona. Dimostra che quando rappresentanti eletti, attivisti e cittadini difendono insieme i valori democratici, le forze autoritarie possono essere affrontate e sconfitte. La lotta è tutt'altro che finita. Le minacce permangono e continuare a lottare è essenziale. Tutti gli attivisti antifascisti presi di mira per aver sfidato l'autoritarismo e le forze fasciste devono essere difesi''.
Certo è che le sue sortite in parlamento europeo non sono entrate nella storia dell'assemblea, soprattutto quando continua a cavalcare argomenti che, non sono in Italia, sono urticanti, come l'asserita liceità delle occupazioni abusive di abitazioni. Una cosa che è un problema ovunque e che alcuni gruppi stanno cercando ora di arginare con proposte e programmi.