Il Rapporto Italia 2025 dell'Eurispes, giunto alla sua trentasettesima edizione, dipinge un quadro complesso e dicotomico della società italiana, un Paese che, secondo l'Istituto di ricerca, si trova ancora a un bivio cruciale. Attraverso sei capitoli tematici – Unione/Divisione, Cura/Incuria, Concentrazione/Distribuzione, Scelta/Obbligo, Speranza/Rinuncia, Agio/Disagio – il Rapporto analizza le trasformazioni politiche, economiche e sociali in atto, evidenziando le sfide e le opportunità che l'Italia si trova ad affrontare. Nelle Considerazioni generali che aprono il Rapporto, il Presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara (in foto), sottolinea la persistenza di una situazione di incertezza e rottura.
Eurispes, Rapporto Italia 2025: Paese al bivio. Fara: appello a un “Patto per la democrazia italiana”
"L’Italia al bivio, avevamo sottolineato lo scorso anno; e lo è ancora in questo 2025 che continua ad essere carico di tensioni, rotture, tragedie sul fronte interno e su quello internazionale", dichiara Fara. "Siamo ancora di fronte al bivio delle scelte di fondo, personali e collettive, che occorre compiere in risposta alle nuove sfide determinate dai cambiamenti, spesso sorprendenti e radicali. Questa affermazione non è il frutto di un esercizio di retorica, ma trova giustificazione nelle analisi, nella valutazione dei processi di trasformazione della nostra società. Quando dalla superficie proviamo ad andare in profondità, quando decidiamo di alzare il velo delle apparenze, allora emerge in tutta la sua gravità la portata della crisi attuale, una crisi che intacca e deprime i valori e i fattori fondamentali sui quali si sono basati e organizzati i nostri sistemi di convivenza, i nostri processi di crescita e di sviluppo. Lo stato di incertezza coinvolge, ad esempio: la nostra idea di pace, come condizione imprescindibile della convivenza tra i popoli e gli Stati."
Fara prosegue chiarendo la natura di questi cambiamenti: "Il richiamo di questi elementi principali segnala che la nostra società è soggetta a processi di cambiamento radicale, in cui sono messi in discussione i valori etici, religiosi, culturali, politici, sociali sui quali è stato costruito ed ha potuto progredire per decenni il nostro sistema. Quando sono in discussione i valori essenziali di una comunità, come accade attualmente, quantomeno in Italia e nell’ambito della Unione europea, noi tutti dovremmo compiere ogni sforzo per considerare la vera realtà che abbiamo di fronte. Dovremmo sforzarci di intenderla e affrontarla, appunto, con un “pensiero essenziale”, mettendo da parte le valutazioni effimere, gli atteggiamenti superficiali."
Il Presidente dell'Eurispes lancia un appello al coraggio e alla capacità di recuperare orientamenti di azione basati su un "pensiero essenziale". "Il coraggio e la capacità di recuperare orientamenti di azione segnati dal valore di un “pensiero essenziale”, innanzitutto dovrebbero indurre l’Italia ad assumere un comportamento coerente con l’impegno preso in sede internazionale, quando nel 2024 ha votato il “Patto per il futuro” delle Nazioni Unite. A questo proposito, vale la pena di ricordare che già nel 2016 inviammo una lettera aperta all’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, con la quale proponevamo la costituzione di una “Agenzia per il futuro” allo scopo di far uscire il nostro Paese dalla cultura dell’emergenza e promuovere una programmazione di ampio respiro, orientata da una visione di lungo periodo. Questa nostra proposta è ancor più valida nella situazione attuale." Tra le proposte di Eurispes emerge la necessità di un "Patto per la democrazia italiana".
"Un altro impegno che riteniamo di utilità per l’Italia dovrebbe riguardare la definizione da parte della nostra classe politica, in primo luogo, di un “Patto per la democrazia italiana”, finalizzato ad introdurre nel nostro Paese un vero e proprio sistema di governance, in grado di assicurare un rapido processo decisionale e garantire l’esercizio di una partecipazione realmente attiva e responsabile, da parte dei principali soggetti pubblici e privati. Rinnovare le Istituzioni, insomma, e i loro meccanismi decisionali per adattarli alle necessità del tempo presente. E, soprattutto, superare la patologia del “contro” per scoprire i vantaggi della cultura del “per”."
Un aspetto cruciale, secondo Fara, è la necessità di "sburocratizzare l’Europa, non solo l’Italia, e restituirle il ruolo di grande agenzia di senso e di orientamento". Il tema dell'educazione e della valorizzazione del capitale umano assume un ruolo centrale. "Nel quadro del “Patto per la democrazia italiana” un posto di rilievo fondamentale dovrebbe essere riconosciuto al tema dell’educazione e della valorizzazione del capitale umano, al quale – spiega Fara – l’Eurispes ha dedicato il 2025. Il tema dell’educazione sta diventando sempre più centrale nel dibattito pubblico italiano, anche se non nella misura ancora necessaria. Rispetto al passato, tuttavia, si sta registrando una maggiore consapevolezza sull’importanza della formazione per il futuro del Paese, poiché essa investe aree strategiche come l’economia, l’occupazione e il lavoro, la correttezza nei comportamenti civili, la sicurezza."
Fara conclude le sue riflessioni richiamando l'insegnamento di Franco Ferrarotti: "Di fronte alla complessità con cui dobbiamo confrontarci, continuiamo ad affidarci all’insegnamento di colui che è stato il nostro maestro, Franco Ferrarotti, quando ci spiegava che il ricercatore non deve offrire soluzioni, ma porre domande e segnalare problemi. In questo senso, allora, le domande da porsi potrebbero essere queste: stiamo davvero operando con scelte valide, lungimiranti, in grado di farci intravedere, quanto meno, prospettive degne di essere perseguite? Ci stiamo davvero muovendo con un adeguato patrimonio di valori, di pensiero e di idee, di comportamenti in questa direzione? Ci siamo attrezzati per affrontare in modo adeguato l’imponderabile e l’imprevedibile?" E in chiusura: "Per concludere, il richiamo all’esigenza di recuperare e misurarci, tutti, con quello che abbiamo definito un “pensiero essenziale” va in questa direzione che definiremmo semplicemente come obbligata". Il Presidente cita infine Bertold Brecht: "La verità – diceva Bertold Brecht ‒ riesce a imporsi solo nella misura che noi la imponiamo; la vittoria della ragione non può essere che la vittoria di coloro che ragionano."
Il Rapporto Italia 2025 evidenzia un calo generale nella fiducia dei cittadini verso il sistema delle Istituzioni, passando dal 33,1% del 2024 al 36,5% del 2025 per coloro che indicano una diminuzione. Nonostante questo trend negativo, alcune figure e corpi dello Stato mantengono o accrescono il loro consenso. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, continua a godere di elevata fiducia, che cresce dal 60,8% del 2024 al 63,6% nel 2025. Le Forze dell'ordine registrano un aumento significativo: i Carabinieri salgono al 71,6% (dal 68,8%), la Polizia di Stato al 68,6% (dal 63,5%) e la Guardia di Finanza raggiunge il 71,9% (dal 66,1%). Anche le Forze armate mostrano un alto livello di fiducia, con l'Esercito al 75,5%, l'Aeronautica al 77,4% e la Marina al 77,1%. I Vigili del Fuoco si confermano con un consenso plebiscitario dell'86,2%. Al contrario, diminuisce la fiducia verso il Parlamento (dal 33,6% al 25,4%), l'Esecutivo (dal 36,2% al 30,2%) e la Magistratura (dal 47% al 43,9%). I Presidenti di Regione continuano a non ispirare fiducia nella maggioranza dei cittadini (47,3% di non fiduciosi contro il 38,9% del 2024).
L'indagine Eurispes rivela che gli italiani sono prevalentemente preoccupati per fattori esterni. Il 67,6% teme una nuova crisi economica globale, il 69,5% gli eventi climatici estremi e il 57,8% i terremoti. La possibilità di una Terza Guerra Mondiale è paventata dal 46,1% dei cittadini, mentre il 45% teme una nuova pandemia. Nonostante queste preoccupazioni, il 69,7% degli italiani crede nella durata e solidità dell'attuale Governo di coalizione guidato da Giorgia Meloni, con solo il 30,3% che paventa l'avvento di un nuovo governo tecnico. Molti dei provvedimenti attuati o proposti dall'Esecutivo godono di ampio consenso: il 55,4% è favorevole all'imputabilità penale dei minori sotto i 14 anni per reati gravi e il 59,3% è d'accordo con la separazione delle carriere dei magistrati. Il nuovo Codice della strada raccoglie un alto grado di approvazione per le sanzioni più severe (76,9% per guida in stato di ebbrezza e sotto effetto di stupefacenti, 74% per l'uso del cellulare). Riguardo al mondo del lavoro, la settimana lavorativa corta (da 40 a 37,5 ore a parità di stipendio) raccoglie il 69% di opinioni positive, così come il salario minimo (65,7%) e il reddito di cittadinanza (60,8%).
L'indagine Eurispes sulla condizione economica delle famiglie nel 2025 conferma una diffusa percezione di difficoltà, ma anche una notevole resilienza. Il 55,7% degli italiani valuta negativamente l'andamento generale dell'economia nazionale nell'ultimo anno. Guardando al futuro, il 36,7% ritiene che la situazione economica italiana peggiorerà nei prossimi dodici mesi.
A livello individuale e familiare, il quadro è più stabile: il 42% dichiara che la propria situazione economica è rimasta invariata, il 37,3% la vede migliorata e solo il 12,6% peggiorata. Le spese più problematiche sono l'affitto (44,3%), il mutuo (32%), le bollette (29,1%) e le spese mediche (24,9%). Il 23,8% degli italiani riesce a mettere da parte risparmi, mentre il 35,4% è costretto ad attingervi e quasi il 60% riporta difficoltà ad arrivare a fine mese. Di fronte alle difficoltà, il ricorso alla famiglia d'origine (29,2%) è la soluzione più impiegata. I comportamenti di consumo delle famiglie italiane sono ancora caratterizzati da pratiche di contenimento.
L'84,1% degli italiani riferisce prezzi in aumento. Per far fronte a ciò, il 59,5% rinvia acquisti necessari, il 54% rinuncia alla babysitter, il 50,1% riduce le uscite e il 50% taglia su viaggi o vacanze. Un dato significativo è l'ampio ricorso alla rateizzazione dei pagamenti (53,4%), soprattutto per elettrodomestici, auto/moto e tecnologia. L'uso di piattaforme e app che consentono la rateizzazione senza interessi (come Klarna, Scalapay, ecc.) è ormai diffusissimo, raggiungendo il 65,3%. La necessità di contenere le uscite porta spesso a rinunce in àmbiti essenziali: il 28,2% degli italiani ha rinunciato a cure/interventi dentistici, il 27,2% a controlli medici periodici e il 22,3% a visite specialistiche. Nel 2025, il 72% degli italiani considera una fortuna vivere in Italia, un dato in crescita rispetto al 62,9% del 2011. Le ragioni principali sono le bellezze naturali (21,6%), la tradizione artistica e culturale (19,6%) e la buona cucina (14,8%). Tuttavia, quasi quattro italiani su dieci (39,5%) si trasferirebbero all'estero se ne avessero la possibilità, principalmente per la ricerca di maggiori opportunità lavorative (29,8%) e il minore costo della vita (17,1%).
L'indagine rivela un aumento della percezione di degrado e problematiche sociali. Il 52,5% dei cittadini ritiene che baby gang e teppismo siano aumentati nella propria zona. Un terzo dei cittadini (33,3%) ha ravvisato un incremento dell'accattonaggio. Preoccupante è l'aumento delle truffe ai danni degli anziani: nel 2024 si registra un incremento di 5.782 casi rispetto al 2023, con la fascia tra i 65 e i 70 anni la più colpita. Le truffe telefoniche (71%) e di persona (60%) sono le più praticate, seguite dalle truffe telematiche (43,9%). L'Eurispes monitora l'atteggiamento degli italiani nei confronti del popolo ebraico e del conflitto israelo-palestinese. Solo il 40% degli italiani ha un'idea precisa sulle dimensioni della comunità ebraica in Italia. Il 37,9% è d'accordo con l'idea che "gli ebrei pensano solo ad accumulare denaro", mentre la maggioranza (58,2%) li considera una comunità chiusa. Riguardo agli episodi di antisemitismo in Italia, il 54% li ritiene casi isolati, mentre il 46% è di avviso opposto. È opinione condivisa (53,6%) che tali episodi siano conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo. Il Rapporto mette in luce il fenomeno del sommerso nelle abitazioni private utilizzate per vacanza. Si stima che i flussi rilevati nelle statistiche ufficiali corrispondano a circa il 75% del mercato reale, suggerendo un significativo numero di pernottamenti non ufficiali, in particolare nelle grandi città d'arte italiane.
Il 2024 ha registrato il più alto numero di detenuti in Italia dal 2014, con una presenza del 20,55% superiore alla capienza regolamentare. Le stime indicano una carenza di 18.000 unità nella Polizia Penitenziaria. Nel 2024, si sono registrate 67 rivolte nelle carceri a livello nazionale, che hanno causato feriti e una vittima. Il quadro resta segnato da persistente sovraffollamento e condizioni al limite della vivibilità. Gli italiani mostrano un alto consenso su diverse questioni etiche. Il 67,9% è favorevole all'eutanasia, e il 65,7% alla possibilità di ricorrervi in caso di demenza senile avanzata con disposizioni anticipate. Il 77,8% degli italiani è favorevole al testamento biologico. Largo consenso anche per la tutela giuridica delle coppie di fatto (70,2%) e i matrimoni per le persone dello stesso sesso (66,8%). Poco più della metà degli italiani è favorevole all'adozione di figli per coppie omosessuali (51,9%) e per i single (54,3%).
La fecondazione eterologa incontra il favore del 59,7% dei cittadini. Sui temi dell'identità e dell'inclusione, il 51,3% dei cittadini è d'accordo sul fatto che gli uomini godano di privilegi sul lavoro rispetto alle donne, e il 57,2% che le persone bianche siano privilegiate rispetto a quelle di colore. Il 50,2% concorda sul fatto che le persone omosessuali/bisessuali/trans siano discriminate nel mondo del lavoro. Tuttavia, solo il 36,3% degli italiani si dice d'accordo sul fatto che gli uomini debbano sentirsi in colpa nei confronti delle donne per i vantaggi goduti. Infine, l'Intelligenza Artificiale (IA) che non ha ancora raggiunto una diffusione capillare in Italia, con circa il 58% degli italiani che dichiara di non averla mai utilizzata. La curiosità (62,7%) e l'uso ludico (55,7%) sono i principali driver. Solo una parte limitata della popolazione (20,5%) considera l'IA un'opportunità, mentre il 32,6% manifesta una visione più critica, considerandola un problema per il futuro dell'umanità o una tecnologia pericolosa ma gestibile. La distanza rispetto alla tecnologia non è solo anagrafica, ma anche culturale, simbolica e affettiva.