Eni chiude il secondo trimestre del 2025 con risultati economico-finanziari robusti, nonostante un contesto di mercato reso difficile dal calo dei prezzi delle materie prime e dal rafforzamento dell’euro sul dollaro. Il Consiglio di Amministrazione, presieduto da Giuseppe Zafarana, ha approvato i risultati consolidati relativi al secondo trimestre e al primo semestre dell’anno, non sottoposti a revisione contabile.
Eni, nel secondo trimestre EBIT a €2,7 miliardi e utile netto a €1,13 miliardi
I numeri confermano la resilienza del modello di business e la solidità patrimoniale del gruppo guidato da Claudio Descalzi (in foto). A sintetizzare la strategia del gruppo è lo stesso Amministratore Delegato, con una dichiarazione articolata che racchiude visione industriale e rigore finanziario: “La costante attenzione con la quale Eni continua ad attuare la propria strategia ha determinato gli eccellenti risultati del secondo trimestre ’25. Nonostante uno scenario di mercato sfidante, il modello di business Eni conferma robustezza e flessibilità. La rigorosa disciplina finanziaria, un portafoglio sempre più solido e il contenuto prezzo di pareggio dei progetti sostengono il modello assicurando una strategia di crescita autofinanziata. Al tempo stesso, continuiamo a generare valore per gli azionisti, con la più forte struttura patrimoniale mai registrata. Nel trimestre abbiamo continuato a generare crescita e valore in tutti i nostri business. Nell’ambito dei satelliti della transizione, abbiamo definito i termini per un investimento del 20% da parte di Ares in Plenitude come pure per costituire una nuova entità congiunta con GIP che gestirà il nostro business della CCUS. Nell’upstream, prevediamo in linea con i tempi programmati di lanciare il nuovo satellite con Petronas, che sarà focalizzato sulla valorizzazione delle risorse gas dei due partner in Indonesia/Malesia. Inoltre, l’attesa decisione finale di investimento del progetto Argentina LNG rappresenta un passo significativo nell’espansione del nostro business del GNL. Infine, abbiamo identificato ulteriori iniziative di cassa che nel complesso ci consentiranno di generare circa €3 miliardi di contributo alla nostra posizione finanziaria. La gestione industriale ha realizzato €2,7 miliardi di EBIT proforma adjusted, €1,13 miliardi di risultato netto adjusted e €2,8 miliardi di flusso di cassa operativo, superiore ai fabbisogni per gli investimenti di €2 miliardi. Nonostante l’evoluzione sfavorevole del cambio EUR/USD, abbiamo mantenuto un rapporto d’indebitamento proforma estremamente contenuto a 0,10, limite inferiore dell’intervallo da noi dichiarato. Guardando al futuro, riteniamo che la nostra solida posizione finanziaria, la strategia distintiva e differenziata e la capacità di rimanere flessibili e rapidi, continueranno a concorrere al nostro posizionamento ottimale per affrontare la volatilità di questa fase di mercato e per continuare ad assicurare competitivi ritorni ai nostri azionisti.”
Entrando nel dettaglio dei numeri, nel secondo trimestre l’utile netto adjusted si è attestato a 1,13 miliardi di euro, mentre l’EBIT proforma adjusted ha raggiunto i 2,68 miliardi. Il flusso di cassa operativo è stato pari a 2,78 miliardi, superiore agli investimenti lordi che si sono fermati a 2,03 miliardi. Il free cash flow organico si è attestato a 750 milioni di euro, sostenuto anche da proventi da gestione di portafoglio per circa 600 milioni. Il leverage proforma si conferma al 10%, limite inferiore della forchetta comunicata da Eni, a testimonianza di una posizione finanziaria particolarmente solida. L’indebitamento finanziario netto è sceso a 10,2 miliardi di euro, in calo di 140 milioni rispetto a marzo.
Il comparto Exploration & Production ha registrato un EBIT adjusted di 2,42 miliardi di euro, in calo sia rispetto al trimestre precedente (-27%) che all’anno precedente (-33%), per effetto del calo dei prezzi del Brent (-20%) e del cambio sfavorevole (+5% EUR/USD). Tuttavia, le iniziative di efficienza e il contributo crescente dei progetti a basso breakeven hanno parzialmente compensato il contesto. Nel settore Gas, GNL e Power, l’EBIT adjusted si è attestato a 390 milioni di euro, in crescita del 9% rispetto al secondo trimestre 2024, grazie alla valorizzazione del portafoglio e a rinegoziazioni contrattuali favorevoli.
Plenitude e Enilive hanno registrato ciascuna un EBIT adjusted di 130 milioni di euro. Plenitude è in flessione rispetto allo stesso periodo del 2024, mentre Enilive ha compensato lo scenario bio sfavorevole con i buoni risultati del marketing. La raffinazione ha chiuso in pareggio operativo, in miglioramento rispetto al trimestre precedente, mentre la chimica (Versalis) ha subito una perdita di 180 milioni di euro, a causa della perdurante crisi del comparto europeo, anche se si intravedono segnali di miglioramento.
Eni ha avviato diverse operazioni strategiche per rafforzare la propria presenza nell’upstream e nei business della transizione. Tra le principali: l’avvio del giacimento Merakes East in Indonesia e di Balder-X nel Mare del Nord; la creazione con Petronas di una joint venture paritetica autofinanziata per combinare i portafogli gas in Indonesia e Malesia, con l’obiettivo di produrre fino a 500 mila boe/giorno e accedere a risorse esplorative potenziali di 50 TCF; l’accordo con YPF per sviluppare Argentina LNG, progetto da 12 milioni di tonnellate l’anno con un potenziale export fino a 30 milioni di tonnellate entro il 2030; la scoperta di nuovi giacimenti da parte di Azule Energy (Eni 50%) in Angola e Namibia.
Sul fronte delle rinnovabili, la capacità installata è salita a 4,5 GW (+45% su base annua) e la capacità di bioraffinazione ha raggiunto 1,65 milioni di tonnellate/anno, con ulteriori 1 milione in costruzione. È stata inoltre presentata da Plenitude un’offerta vincolante per l’acquisizione di Acea Energia, che consentirebbe un incremento della base clienti di oltre il 10%. Nel semestre, Eni ha incassato 3,8 miliardi di euro grazie agli investimenti di terzi in Enilive e Plenitude. Tra questi, l’accordo con Ares per un 20% in Plenitude ha generato 2 miliardi di cassa, valorizzando l’intera società oltre 12 miliardi di euro. Il programma di buy-back da 1,5 miliardi di euro è stato avviato nel trimestre, insieme alla distribuzione della quarta rata del dividendo 2024 per 0,76 miliardi.
La prima tranche del dividendo 2025, pari a 0,26 euro per azione, sarà messa in pagamento il 24 settembre (record date 23 settembre). Le prospettive per il 2025 sono riviste al rialzo: il flusso di cassa operativo adjusted è atteso a 11,5 miliardi, 500 milioni in più rispetto alla precedente guidance, e le iniziative di cassa potrebbero generare fino a 3 miliardi di euro, contro i 2 miliardi inizialmente previsti. Gli investimenti lordi restano inferiori a 8,5 miliardi, quelli netti sotto i 6 miliardi.
Eni conferma l’obiettivo di produzione a 1,7 milioni di barili/giorno, con stime per il terzo trimestre tra 1,7 e 1,72 milioni. Per Plenitude e Enilive, l’EBITDA 2025 è atteso rispettivamente oltre 1,1 miliardi di euro e 1 miliardo. Infine, il gruppo ha ribadito la politica di remunerazione crescente, con un dividendo annuale previsto in aumento del 5% a 1,05 euro per azione, a conferma di una strategia che punta a consolidare la fiducia del mercato anche in un contesto incerto.