Economia

Economia sommersa e lavoro irregolare in crescita, nel 2023 oltre 217 miliardi di attività non osservate

Redazione
 
Economia sommersa e lavoro irregolare in crescita, nel 2023 oltre 217 miliardi di attività non osservate
Nel 2023 l’economia non osservata in Italia ha superato i 217 miliardi di euro, con un’incidenza sul Pil pari al 10,2%, in lieve aumento rispetto al 10,1% del 2022. È quanto emerge dal report dell’Istat “L’economia non osservata nei conti nazionali”, che fotografa l’andamento del sommerso e delle attività illegali nel quadriennio 2020-2023.

Economia sommersa e lavoro irregolare in crescita, nel 2023 oltre 217 miliardi di attività non osservate

L’aumento complessivo, pari a 15,1 miliardi di euro (+7,5% su base annua), è dovuto principalmente alla crescita del valore aggiunto generato dal lavoro irregolare, salito dell’11,3% e stimato in 77,2 miliardi, mentre la sotto-dichiarazione di fatturati e costi ha raggiunto 108,2 miliardi (+6,6%). Le attività illegali, produzione e commercio di stupefacenti, prostituzione e contrabbando di tabacco, si attestano invece a circa 20 miliardi, con un incremento contenuto dell’1%.

Secondo l’Istat, le unità di lavoro irregolari equivalenti a tempo pieno sono 3 milioni e 132mila, in crescita di 145mila rispetto al 2022 (+4,9%), dopo cinque anni di flessione. Il tasso di irregolarità sul totale dell’occupazione è salito al 12,7%, con valori più elevati tra i lavoratori dipendenti (12,9%) rispetto agli indipendenti (12,2%).

La diffusione del lavoro “in nero” è particolarmente elevata nei servizi alla persona, dove il tasso tocca il 40,5%, e nei comparti di agricoltura (17,6%), commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (15%) e costruzioni (12,8%). Nei settori industriali l’incidenza resta più contenuta, oscillando fra lo 0,9% e il 2,8%.

Il peso dell’economia sommersa rimane stabile nel medio periodo: 9,2% del Pil, in linea con il biennio precedente. Alcuni comparti mostrano segnali di peggioramento, gli altri servizi alle persone registrano un incremento di oltre due punti percentuali nell’incidenza del sommerso, mentre le costruzioni e l’agricoltura evidenziano un parziale ridimensionamento.

L’Istat rileva inoltre che il valore aggiunto generato dal lavoro irregolare rappresenta ormai il 35,5% del totale dell’economia non osservata, una quota in crescita rispetto al 34,3% del 2022. La componente da sotto-dichiarazione si attesta invece al 49,7%, confermando un fenomeno strutturale e radicato che pesa in modo rilevante sulla produttività e sulle entrate fiscali del Paese.

Dal report emerge una realtà economica parallela che, pur leggermente ridimensionata rispetto ai livelli del 2020, continua a incidere in maniera significativa sulla ricchezza nazionale. L’insieme del sommerso e delle attività illegali rappresenta infatti oltre un decimo del Pil italiano, un dato che sottolinea la necessità di politiche di emersione, contrasto al lavoro irregolare e rafforzamento della tracciabilità economica.
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