Economia

Draghi: "L'Ue deve dare una risposta rapida, commisurata all'entità delle sfide"

Redazione
 

L'Ue deve essere pronta a dare "una risposta rapida, perché il tempo non è dalla nostra parte, con l'economia europea che ristagna, mentre gran parte del mondo cresce". E' stata, come sempre, chiara e senza giri di parole, la l'analisi, sulla contingenza che sta attraversando l'Europa, di Mario Draghi che, parlando nel Parlamento europea sul tempa della competitività, ha parlato di una risposta che ''deve essere commisurata all'entità delle sfide".

Draghi: "L'Ue deve dare una risposta rapida, commisurata all'entità delle sfide"

E deve essere focalizzata sui settori che guideranno l'ulteriore crescita. Velocità, scala e intensità saranno essenziali". Aggiungendo come, a suo avviso, ''dobbiamo abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare e semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sull'equity".

In occasione della Settimana parlamentare europea 2025 di Bruxelles, Draghi ha sottolineato come, a suo giudizio, "il sistema di difesa dell'Ue è una delle nostre diverse vulnerabilità dove la frammentazione della capacità industriale lungo le linee nazionali impedisce la necessaria scala. Anche se siamo collettivamente il terzo Paese al mondo per spesa, non saremmo in grado di soddisfare un aumento della spesa per la difesa attraverso la nostra capacità produttiva".

Andando più nello specifico, Draghi ha detto che i "nostri sistemi di difesa nazionali non sono né interoperabili né standardizzati in alcune parti chiave della catena di fornitura. Questo è uno dei tanti esempi in cui l'Ue è inferiore alla somma delle parti".

"Dobbiamo - ha detto ancora l'ex presidente del consiglio italiano - ridurre i prezzi dell'energia, questo è diventato imperativo non solo per le industrie tradizionali, ma anche per le tecnologie avanzate: ma la decarbonizzazione può essere sostenibile solo se i suoi benefici vengono anticipati".

La decarbonizzazione, ha detto ancora Draghi, "non può significare la perdita di posti di lavoro verdi, perché le aziende dei Paesi con un maggiore sostegno statale possono conquistare quote di mercato".

"Un aumento della produttività totale dei fattori di appena il 2% nei prossimi dieci anni - ha detto in chiusura del suo interventi - ridurrebbe di un terzo i costi fiscali per i governi del finanziamento degli investimenti necessari. Allo stesso tempo rimuovere le barriere interne aumenterà i moltiplicatori fiscali di questi investimenti".

"Contiamo sul fatto che il Parlamento agisca da protagonista: per costruire l'unità politica, per creare lo slancio per il cambiamento, per chiedere conto ai politici delle loro esitazioni e per realizzare un ambizioso programma d'azione. Possiamo far rivivere lo spirito innovativo del nostro continente - ha concluso Draghi - Possiamo recuperare la capacità di difendere i nostri interessi. E possiamo dare speranza ai nostri popoli. I governi e i parlamenti nazionali del nostro continente, la Commissione e il Parlamento europeo sono chiamati a essere i custodi di questa speranza in un momento di svolta nella storia dell'Europa. Se uniti, saremo all'altezza della sfida e avremo successo".

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