Economia

Donazioni in crescita: +6,8% gli immobili, +1,7% i beni mobili. Campania e Trentino in testa

Redazione
 
Donazioni in crescita: +6,8% gli immobili, +1,7% i beni mobili. Campania e Trentino in testa

Nel 2024 in Italia cresce il numero di donazioni, segno di una rinnovata fiducia nello strumento e di un progressivo rafforzamento del passaggio intergenerazionale dei patrimoni. Secondo l’ultimo rapporto del Consiglio Nazionale del Notariato, il numero delle donazioni di beni mobili ha raggiunto quota 47.085, segnando un incremento dell’1,7% rispetto al 2023.

Donazioni in crescita: +6,8% gli immobili, +1,7% i beni mobili. Campania e Trentino in testa

Un dato quasi in linea con il 2022, anno in cui le donazioni si erano attestate a 47.574. Molto più marcato l’aumento delle donazioni immobiliari, che nel 2024 hanno raggiunto le 217.749 unità, con un progresso del 6,8% rispetto alle 203.888 dell’anno precedente. Un ritmo che riavvicina il dato ai livelli record registrati nel 2021, quando si superarono le 221.000 unità.

Nel dettaglio, le donazioni di abitazioni e fabbricati – che comprendono anche capannoni e locali commerciali – rappresentano la parte preponderante del totale, con un’incidenza che si conferma in crescita e si attesta al 56,45%. Rimangono pressoché stabili le donazioni della sola nuda proprietà, che nel 2024 costituiscono il 16,64% degli atti. Si riduce lievemente, invece, la quota relativa ai terreni agricoli, che scende al 13,25% contro il 13,72% dell’anno precedente.

A livello territoriale, la propensione alla donazione immobiliare resta più diffusa nel Sud e nelle Isole, che concentrano quasi il 49% degli atti registrati. Il Centro mostra un incremento relativo, salendo al 14,67%, mentre nelle Isole si registra una leggera contrazione. In termini assoluti, le regioni con il maggior numero di donazioni sono Campania, Trentino-Alto Adige, Sicilia e Puglia, territori che si confermano tra i più dinamici sul fronte della trasmissione patrimoniale.

Sul piano anagrafico, i dati confermano che chi riceve è mediamente più giovane di chi dona. I donatari si concentrano nella fascia tra i 18 e i 55 anni, con una prevalenza significativa nella fascia 46-55 anni, che da sola rappresenta oltre un quarto del totale. Chi dona, invece, appartiene nella maggior parte dei casi alla fascia over 56, mentre le donazioni dell’usufrutto – spesso utilizzate in chiave successoria – vedono tra i beneficiari anche persone molto anziane: il 16,47% dei casi riguarda infatti soggetti tra i 76 e i 99 anni.

Quando le donazioni sono destinate a soggetti tra i 18 e i 35 anni, emergono finalità legate alla prima casa. Ne è prova il fatto che oltre un terzo delle richieste di agevolazioni fiscali connesse alla donazione rientra in questa fascia anagrafica. Nelle età successive, invece, si donano con maggiore frequenza seconde case o altri fabbricati.

Sul fronte delle donazioni di beni mobili, il 2024 registra una leggera crescita rispetto all’anno precedente. Le quote societarie e le azioni si confermano la forma di donazione più frequente, seguite dal denaro liquido. Resta sostanzialmente stabile, rispetto al 2023, la quota relativa alla donazione d’azienda, che si posiziona al terzo posto tra le tipologie di beni mobili trasferiti. Marginali, ma presenti, le donazioni di altri strumenti finanziari, come titoli e partecipazioni residuali.

L’andamento è positivo in tutte le regioni nella seconda metà dell’anno, con l’unica eccezione del Molise, dove il volume esiguo delle donazioni rende meno significative le variazioni. Il profilo dei beneficiari, anche per quanto riguarda i beni mobili, resta stabile e concentrato nella fascia 18-55 anni, mentre si osserva una riduzione nel numero di donatari over 55.

Nel complesso, i dati del Notariato fotografano un’Italia in cui la donazione si afferma sempre più come strumento chiave per la gestione e la trasmissione del patrimonio familiare. Una scelta che risponde tanto a motivazioni fiscali quanto alla volontà, sempre più diffusa, di sostenere economicamente i figli e i nipoti in un contesto sociale ed economico che impone, anche alla ricchezza privata, nuove forme di solidarietà intergenerazionale.

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