Ieri, nella giornata che ha visto la paralisi della Francia, sconvolta da scioperi e manifestazioni di protesta in molte città del Paese, ''è stato raggiunto - ha scritto oggi Le Monde - un traguardo storico sui mercati finanziari. Per la prima volta, il tasso di interesse richiesto dagli investitori per detenere il debito pubblico francese ha raggiunto quello richiesto per il debito pubblico italiano. Agli occhi degli investitori, l'Italia è ora considerata credibile quanto la Francia, nonostante un debito pubblico più pesante''.
Debito pubblico: Le Monde, guardando alla Francia, celebra i successi dell'Italia
Una presa d'atto che sembra quasi la consapevolezza che la situazione del debito in Francia - e che ha causato la caduta del governo di Francois Bayrou, bocciato in parlamento nel tentativo di fare approvare un piano di tagli e risparmi - ha consentito all'Italia, di cui a Parigi e dintorni s'è sempre guardato come ad un esempio negativo nella tenuta dei conti pubblici, di ottenere risultati evidenti in termini di affidabilità.
Oggi, riferisce Le Monde, dopo avere detto che ''stamattina il rendimento dei titoli di Stato decennali si attestava al 3,475% sia per la Francia che per l'Italia'', come ''nel 2011 e nel 2012, l'Italia era considerata così volatile, così inaffidabile sia finanziariamente che politicamente, che gli investitori richiedevano fino a 400 punti base (4 punti percentuali) in più rispetto al tasso francese. Quando la Francia pagava il 3% annuo, l'Italia doveva pagare il 7%. Questo 'premio per il rischio' era ancora di 180 punti base nell'ottobre 2022''.
Da allora, è gradualmente diminuito fino a raggiungere lo zero oggi.
Poiché i tassi a cui il Tesoro francese emette debito ogni settimana sono molto vicini ai tassi di mercato, la Francia dovrebbe ora dover pagare tanto quanto l'Italia per prendere in prestito. Se la tendenza continua, potrebbe presto dover pagare ancora di più.
''Questa scomparsa del 'premio per il rischio' precedentemente applicato all'Italia rispetto alla Francia - commenta il prestigioso quotidiano - "è in parte dovuta al miglioramento della reputazione di Roma presso gli investitori. Dall'apice della pandemia di Covid-19, l'Italia sotto la guida del Primo Ministro Giorgia Meloni ha ridotto significativamente il suo deficit pubblico. Gli investitori hanno inoltre accolto con favore la nuova stabilità politica del Paese e hanno tollerato un governo con tendenze sempre più autoritarie. Al contrario, le ripetute crisi politiche in Francia e la persistente incertezza sugli sforzi di bilancio futuri hanno destabilizzato i mercati finanziari''.
Le Monde, quindi, riferisce come ''la prova sia arrivata venerdì 12 settembre, quando Fitch – una delle tre principali agenzie di rating globali – è stata la prima a togliere alla Francia il suo rating 'doppia A', abbassando il suo rating creditizio a lungo termine da AA- ad A+. Nella sua analisi, l'agenzia ha affermato che non esisteva più una strada chiara per stabilizzare il debito pubblico francese. Ha inoltre sottolineato che il crescente onere del debito limitava la capacità del Paese di rispondere a nuovi shock senza peggiorare le sue finanze pubbliche''.
''L'Italia, d'altro canto - prosegue Le Monde -, potrebbe vedere il suo rating creditizio alzato da Fitch venerdì 19 settembre, come ricompensa per i miglioramenti nelle sue finanze pubbliche''.