Per invogliare l'ex amministratore delegato di Renault Luca de Meo ad assumere la carica di CEO del polo del lusso, il gruppo Kering lo coprirà d'oro.
Nel corso dell'assemblea generale straordinaria, che è stata già convocata per il 9 settembre, agli azionisti sarà chiesto di approvare un bonus di firma di 20 milioni di euro per de Meo, un modo per compensare le azioni Renault che ha perso dopo avere lasciato il precedente incarico.
Kering copre d'oro De Meo per arruolarlo come CEO
Dal documento informativo relativo all'assemblea generale, il bonus sarà pagato per tre quarti in contanti e per un quarto in azioni Kering.
Inoltre, siccome i guai non vengono mai da soli... a de Meo sarà garantito uno stipendio fisso annuo di 2,2 milioni di euro e un obiettivo di retribuzione variabile annua di 4,84 milioni di euro, che potrebbe raggiungere i 6,6 milioni di euro "in caso di sovraperformance".
Agli 8,8 milioni di euro di utili annui si aggiungerà una "remunerazione variabile a lungo termine, in performance shares, pari al 150% del suo stipendio fisso e variabile annuo complessivo", che potrebbe quindi superare i 13 milioni di euro, erogati in azioni. Insomma, poteva anche andargli peggio.
De Meo dovrebbe assumere il suo incarico il 15 settembre. Per il restante 2025, la società – partecipata al 42,3% dalla famiglia Pinault – ha specificato che gli verrà corrisposto uno stipendio fisso lordo di 650.959 euro e avrà diritto a una remunerazione variabile predefinita di 1,21 milioni di euro. Secondo il documento informativo dell'assemblea generale, ciò corrisponde a "obiettivi qualitativi specifici e strategici: onboarding di successo e avanzamento del piano strategico".
Insomma, la determinazione del gruppo ad ingaggiare de Meo conferma che Kering vuole mettersi alle spalle un anno difficile, con fatturato e utile del primo semestre inferiore allo stesso periodo dello scorso anno.
In questo scenario si inserisce la notizia del Corriere della Sera, secondo cui il gruppo è in trattativa per la cessione del prestigioso palazzo di via Monte Napoleone a Milano.
In questa fase l'interlocutore di Kering sarebbe la famiglia reale del Qatar, attraverso a Hamad bin Jassim bin Jaber Al Thani, zio dell’attuale emiro e figura chiave del ramo familiare. Il Qatar, del resto, non è nuovo a investimenti immobiliari in Italia. Attraverso i propri fondi sovrani ha già speso oltre 5 miliardi di euro nel settore, tra cui l’acquisizione della Torre Unicredit a Milano.