Economia
Confcommercio, 80 anni di storia e futuro. Sangalli rilancia su giovani, fisco e legalità
Redazione

Ottant’anni di storia economica e sociale italiana, intrecciati al destino di famiglie, imprese e comunità locali: è questo il patrimonio che Confcommercio ha portato all’Assemblea Generale 2025, evento celebrativo e al tempo stesso piattaforma politica, in cui il presidente Carlo Sangalli ha tracciato la rotta del “terziario di mercato” per il futuro. Un futuro che – come recita lo slogan scelto per l’anniversario – va “ricordato”, prima ancora che immaginato, e costruito con senso di responsabilità.
Confcommercio, 80 anni di storia e futuro. Sangalli rilancia su giovani, fisco e legalità
“Quella di oggi – ha detto Sangalli – è un’assemblea particolare. Celebriamo 80 anni iniziati il 29 aprile 1945 con il diritto di intraprendere, dopo il respiro di libertà del 25 aprile. Una storia che unisce donne, uomini, città, territori. Una storia fatta di continuità, equilibrio e cambiamento.”
Sangalli ha rivendicato il ruolo centrale del terziario nell’economia nazionale – “contribuisce a metà del PIL e dell’occupazione” – e ne ha rilanciato le priorità per affrontare l’instabilità globale. Dal calo di fiducia al mismatch tra domanda e offerta di lavoro, il presidente ha richiamato la politica a investire su capitale umano, demografia, migrazioni regolate e contrattazione rappresentativa, evitando di lasciare “in panchina la parte migliore e più innovativa della nostra forza lavoro. Mancano quasi 260mila lavoratori. Senza misure strutturali, crescita e produttività saranno illusioni.”
Sul piano fiscale e normativo, Confcommercio chiede un sistema a misura di impresa: ridurre il carico su chi investe e assume, rendere strutturale l’IRES agevolata, superare l’IRAP e promuovere “una tassazione equa del digitale”. Grave il tema del credito: dal 2011 al 2024, i prestiti alle piccole imprese sono crollati del 42%. Urgente, secondo Sangalli, valorizzare i Confidi come strumenti di inclusione finanziaria per territori e PMI.
Il presidente ha rilanciato la centralità del Mezzogiorno, con un richiamo alla spesa efficace del PNRR, e alla necessità di un’agenda urbana per fermare la desertificazione commerciale, rivedere la normativa su ambulanti e balneari, e difendere la vivibilità delle città dagli eccessi degli affitti brevi: “Basta record nel turismo: serve sviluppo regolato, sostenibile, con regole comuni a livello europeo. Il mondo vuole Italia, ma l’Italia deve voler bene alle sue città.”
A rendere omaggio alla Confederazione anche il premier Giorgia Meloni, con un videomessaggio che ha riconosciuto il ruolo anticipatore di Confcommercio: “Ha saputo trasformare le crisi in opportunità, supportando l’innovazione, l’integrazione fisico-digitale, l’export, la formazione. Fin dal primo giorno ci siamo schierati con chi crea ricchezza. La riforma fiscale è solo l’inizio: meno tasse, più fiducia, centralità al ceto medio e agli autonomi. Confcommercio è uno dei motori della nostra economia e so che posso contare su di voi per rendere l’Italia più forte”.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato la solidità dell’economia italiana, nonostante il contesto geopolitico difficile: “L’Italia cresce più della media europea, le famiglie recuperano potere d’acquisto, i salari salgono. Merito anche del contratto del commercio, che può diventare modello per tutti. La vera forza del Paese è la rappresentanza sociale. Confcommercio è un corpo intermedio essenziale, è grazie a voi se l’Italia è più forte di quanto si pensasse.”