Per anni, l'attenzione della comunità scientifica si è concentrata sugli effetti dannosi del fumo passivo. Ora, un nuovo dato allarmante emerge dall'azienda ospedaliera dell'Università di Padova: ogni settimana almeno un bambino risulta positivo a sostanze stupefacenti. La principale fonte di esposizione? Spesso i genitori stessi.
Emergenza sanitaria: bambini positivi alla cocaina per esposizione passiva
Come accade con il fumo di sigaretta, anche la cocaina, altamente volatile e adesiva, si deposita su vestiti, mani e volti, venendo trasmessa ai più piccoli attraverso gesti quotidiani come accarezzare un bambino, preparargli il cibo o semplicemente dargli un bacio. Il fenomeno, secondo la dottoressa Melissa Rosa Rizzotto, responsabile del Centro per la diagnostica del Bambino maltrattato, sta assumendo i contorni di una vera emergenza sanitaria. “L'aumento dell'uso di droghe dopo la pandemia di Covid-19 ha aggravato il problema dell'esposizione passiva dei minori”, spiega la dottoressa a Il Gazzettino. Dal 2007, il Centro ha seguito oltre 1.600 famiglie per casi di maltrattamento, trascuratezza grave e abuso. Il 15% dei pazienti arriva con segnalazioni legate all'esposizione a sostanze stupefacenti.
Le implicazioni di questa esposizione passiva sono gravi. La cocaina, quando entra nel corpo di un bambino, può compromettere organi vitali come il cuore, i reni e il cervello. I sintomi vanno da tachicardia e crisi epilettiche a scosse involontarie degli arti superiori. La situazione è particolarmente preoccupante nel Padovano, dove si registrano circa 50 nuovi casi positivi all'anno, e la maggior parte di essi riguarda bambini sotto i 3 anni di età. Sorprendentemente, l’80% di questi bambini risulta positivo alla cocaina, talvolta associata a oppiacei, metadone, alcol o farmaci.
Fortunatamente, la somministrazione intenzionale di droghe ai bambini da parte dei genitori è rara, ma ciò non rende meno grave la situazione. In molti casi, infatti, si tratta di contaminazione domestica o di ingestione accidentale. “Basta una minima dose per causare effetti devastanti in corpi così piccoli - avverte Rizzotto -, anche perché la cocaina rimane in circolo anche 15 giorni in un corpicino di pochi chili”.
Ecco perché, la tempestività nell’intervento è cruciale così come la possibilità da parte di strutture sanitarie e autorità locali di poter contare su un sistema efficace di segnalazione, che consenta di intervenire tempestivamente nei casi più gravi e di proteggere i bambini da ulteriori danni. Al contempo, è indispensabile un impegno maggiore da parte della società per sensibilizzare le famiglie sui pericoli dell’esposizione passiva alla cocaina, così come è stato fatto per il fumo passivo.