Cultura

Giornata della Memoria, il nazismo e il cinema: mille volti e voci della propaganda

Barbara Bizzarri
 
Giornata della Memoria, il nazismo e il cinema: mille volti e voci della propaganda

In occasione del Giorno della Memoria il 27 gennaio, Sky Documentaries ha proposto in esclusiva , ieri, due storie che raccontano la Shoah con la voce di chi non l'ha vissuta direttamente, ma scegliendo di confrontarsi con chi in famiglia ne è stato protagonista, dalla parte del carnefice o dalla parte della vittima.
"Come il mio bisnonno è sopravvissuto ad Auschwitz", in onda alle 20.25, è un cortometraggio HBO diretto e prodotto da Amy Schatz, vincitrice di 8 Primetime Emmy Awards, che raccoglie un dialogo tra generazioni, costruito attraverso filmati storici e animazioni dipinte a mano firmate dall’artista Jeff Scher.

Giornata della Memoria, il nazismo e il cinema: mille volti e voci della propaganda

La storia inizia con il piccolo Elliott, dieci anni, che chiede spiegazioni sul numero tatuato sul braccio del bisnonno Jack Feldman: da qui si dipana un racconto che abbraccia ricordi felici dell'infanzia in Polonia, la perdita della famiglia, la prigionia a Bergen-Belsen, Buchenwald, Annaberg, Fallsbruck, Gleiwice, Ludwigsdorf e infine ad Auschwitz, dove il 23 luglio del 1944 è stato contrassegnato con il numero A-17606. Sopravvissuto, Jack ha trovato una nuova vita in America: qui ha avuto tre figli e tredici tra nipoti e pronipoti ai quali trasmette il ricordo di quanto vissuto come lezione, perché non accada più.
Altra proposta di Sky, ''La zona di interesse - la vera storia'', documentario che racconta la vita di Rudolf Höss, il cui personaggio ha ispirato il libro omonimo di Martin Amis e il film, diretto da Jonathan Glazer, che ha ottenuto il Gran Premio della Giuria a Cannes 2023 e l'Oscar 2024, in onda su Sky Cinema Uno. Il film di Glazer racconta la vita di Rudolf Höss, il cui personaggio ha ispirato il libro omonimo di Martin Amis.
Curiosità: la casa dove Höss ha vissuto con la sua famiglia sarà presto visitabile. Situata appena fuori dal campo, sino a oggi è stata la dimora privata di Grazyna Jurczak e del marito, prima che morisse. Dopo l’uscita del film di Glazer, la donna ha scelto di venderla anche a causa del numero di curiosi che avevano cominciato a radunarsi attorno all’edificio.

Lo scorso ottobre, il Counter Extremism Project, organizzazione con sede a New York, ha acquistato la casa costruita per Höss, con l’intento di renderla accessibile al pubblico. L’edificio ospiterà anche la sede dell’Auschwitz Research Center on Hate, Extremism, and Radicalization.
Il nazismo nel cinema è stato rappresentato nei modi più svariati, dal supremo Bruno Ganz ne "La Caduta", in cui è riuscito ad essere più Hitler di Hitler stesso e che da grande attore, e da gran signore, non ha mai piagnucolato su "quanto gli fosse costato interpretare il führer", a differenza di attori nostrani, alle visioni del "Portiere di notte" di Liliana Cavani fino alla riscrittura di "Inglorious Basterds" di Quentin Tarantino e, con un paragone in effetti ardito, la rivisitazione storica de "La vita è bella" di Roberto Benigni che porta la bandiera statunitense come vessillo di liberazione nei campi di concentramento e per questo ha ricevuto un Oscar, fino agli sberleffi di Charlie Chaplin, sotto l’egida del detto "una risata vi seppellirà".

Ma il nazismo ha anche usato il cinema sfruttandone il linguaggio con grande anticipo sui tempi a scopi propagandistici: inutile negare che i dettami sulla persuasione popolare elaborati durante il regime nazionalsocialista sono reali e applicati ancora oggi (anche se non si può dire).
Basti pensare a "Die Kunst der Propaganda" di Joseph Goebbels, i cui principi chiave sono semplicità del messaggio, emotività e sensazionalismo, identificazione di un nemico comune, ripetizione e pervasività, controllo delle informazioni e censura, creazione di una narrazione eroica, adattamento al pubblico.
Più naturalmente varie postille, tra cui le notizie di distrazione, create per distogliere l’attenzione da ciò che è o sarebbe davvero importante. Vi ricorda qualcosa? Forse è un caso (diciamo così).

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