Matteo Salvini, da politico navigato, sa benissimo che i suoi interlocutori - più quelli che gli si dicono alleati e persino amici - hanno due facce.
Ce n'è una ufficiale, quella degli incontri, delle consultazioni, delle trattative, delle spartizione, e poi ce n'é un'altra, per così dire, in agguato, che non si manifesta e che nasconde il parlottio alle spalle, le punzecchiature o gli insulti.
La chat di FdI non sono solo un caso politico
Quindi non crediamo affatto che sapere che i Fratelli d'Italia, quelli con i quali ha stretto un alleanza di ferro, la stessa che gli consente di restare dentro il governo, nonostante il periglioso cammino tra processi e guai legati alla materia di sua competenza da ministro, non coltivassero (o coltivano anche oggi?) un giudizio totalmente positivo su di lui, perché la politica è anche questo: fare un accordo, nonostante quello che si pensa veramente sull' ''amico'' del momento.
Giudizi che sono venuti fuori con il libro che il giornalista del Fatto Giacomo Salvini ha da poco pubblicato e che danno uno spaccato chiarificatore di un certo modo di fare politica.
Oggi si scopre che, negli anni passati, Fratelli d'Italia, in una chat interna al partito, ne diceva di tutto e di più su Salvini, gratificandolo di critiche nel merito dei suoi comportamenti. Al punto da utilizzare per definirlo un ''bimbominkia'' che, a detta degli esegeti, condensava un giudizio che, nemmeno se oggi ricevesse un Nobel, potrà mai essere cancellato.
Inutile dire che sono cose dette, in una chat interna di partito di qualche anno fa, perché, come i diamanti, un insulto è per sempre e se si cancella il giudizio per motivi contingenti (formare una maggioranza, ad esempio) esso resta, nel suo essere lapidario, a dispetto di tutto.
Ma la questione va oltre il fatto che il vituperato di ieri è oggi fatto quasi assurgere al rango di Talleyrand, di un von Metternich, di un Cavour, perché per convenienza e calcoli tutto è possibile, in amore, in guerra e anche in politica.
Però lo stigma di ''bimbominkia'' non è che si possa cancellare sbianchettandolo, facendo restare il sospetto che chi oggi ti blandisce, ieri ti insultava, magari invertendo la catena temporale.
C'è comunque un aspetto che esula da quello dei rapporti tra Fratelli d'Italia e Salvini (ripetiamo, Salvini e non la Lega) e riguarda la sottovalutazione che anche politici navigati fanno di lasciare giudizi, sprezzanti sino all'insulto, su uno strumento di comunicazione interna - una chat - che per definizione è permeabile, violabile, insomma con un grado di sicurezza a dir poco basso.
Eppure, nelle conversazioni tra Fratelli, si dicevano cose di cui oggi forse ci si pente, non perché ci si rimangi il giudizio, ma perché sono tornate a galla. Perché, come insegna il principio di conservazione della massa, nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma e quindi, alla fine, tutto resta.
E resta alla mercé di chi, magari, oggi ha qualche interesse a tirare fuori vecchie cose che però possono sempre servire. C'è comunque da meravigliarsi (lo facciamo in continuazione, assistendo al teatro della politica) come, per il gusto di leggersi e magari provocare una risata, si dicono e, peggio, si scrivono cose che mai dovrebbero essere esplicitate, se non in colloqui senza testimoni.
Una cosa, quella di affidare alla parola scritta, che i vecchi politici, quelli che arrivavano ai vertici dei partiti dopo una dura formazione, partendo al gradino più basso, mai avrebbero fatto. Ma quelli sono tempi andati.