Lo scenario che si potrebbe concretizzare, con l'avvio ufficiale della nuovo politica tariffarie di Donald Trump, sta creando enormi preoccupazioni nel settore dell'automotive, soprattutto per le case giapponese che temono i nuovi dazi come fortemente penalizzanti per le vendite negli Stati Uniti. Secondo alcuni analisti, in un panorama di generale difficoltà per le case giapponesi, a pagare il prezzo più alto sarà Toyota.
Le case giapponesi tremano pensando alle conseguenza dei dazi americani
Le azioni Toyota sono scese del 9,4% nelle tre sessioni successive all’annuncio dei dazi, mentre Nissan è scesa del 9,3%. La Hyundai sudcoreana ha perso l′11,2%.
Secondo il mercato automobilistico statunitense Carpro, le case automobilistiche asiatiche hanno costituito sei delle prime otto case automobilistiche negli Stati Uniti per volume di vendite nel 2024. Toyota ha conquistato il primo posto con 1,98 milioni di veicoli venduti durante l’anno, battendo i pesi massimi nazionali Ford e Chevrolet. Honda e Nissan erano rispettivamente al quarto e quinto posto, mentre i marchi sudcoreani Hyundai e Kia erano piazzati nei due posti successivi. Subaru è ottava.
Considerato che gli ultimi bilanci finanziari delle società rivelano che generano una parte importante dei loro ricavi dal Nord America, è improbabile che l’eventuale impatto tariffario possa essere facilmente compensato.
Secondo una elaborazione di Reuters, nel 2024 gli Stati Uniti hanno importato prodotti automobilistici per un valore di 474 miliardi di dollari , di cui 220 miliardi di dollari di autovetture.
Un rapporto S&P Global Mobility del 27 marzo ha rivelato che la Corea del Sud è stata il secondo maggiore esportatore di automobili negli Stati Uniti nel 2024, con 1,4 milioni di veicoli spediti, dietro ai 2,5 milioni del Messico, mentre il Giappone ne ha esportati 1,3 milioni.
Insomma, gli USA sono un mercato insostituibile per le case automobilistiche asiatiche.
Anche l'ipotesi di spostare a produzione di autovetture negli Stati Uniti per evitare i dazi non è una proposta che si possa attuare da un giorno all’altro, peraltro richiedendo miliardi di dollari.
Perché, è stato fatto rilevare, nonostante colossi come Toyota e Nissan dispongano di un grande stabilimento di produzione negli Stati Uniti, non saranno in grado di ampliarlo a sufficienza per compensare i dazi.
Suzuki (che non vende auto negli Stati Uniti) aveva registrato un guadagno annuale di oltre l′1% fino a lunedì, rispetto a una perdita del 16,45% per Toyota e a un calo di quasi il 21% per Nissan. Hyundai e Kia hanno registrato perdite rispettivamente di quasi il 7% e l′8%.
Le automobili sono la principale esportazione del Giappone verso gli Stati Uniti, rappresentando il 28,3% di tutte le spedizioni, nel 2024, secondo i dati doganali.