Esteri

Casa Bianca, avete un problema...

a cura di Diego Minuti
 
Casa Bianca, avete un problema...

Ad un anno esatto dal voto che lo ha riportato alla Casa Bianca, Donald Trump aveva pensato alla ricorrenza come qualcosa da celebrare, determinato ormai com'è a cercare ogni occasione per dire al mondo intero quanto è bravo.

Casa Bianca, avete un problema...

Dopo avere demolito un'ala della Casa Bianca - quella tradizionalmente destinata alle First Ladies e alle loro attività legate al ruolo - per farci una sala da ballo (ritenuta evidentemente fondamentale per le politiche degli Stati Uniti) , dopo avere riarredato lo Studio Ovale, nello stile tutto oro e stucchi che lo fanno sembrare eguale ad un bordello della Belle Epoque, e dopo avere progettato di costruire a Washington un Arco di Trionfo, ritenendosi ormai alla stregua dei Cesari, Trump pensava a qualche altra apparizione pubblica per dire al mondo che lui è semplicemente il migliore.

Ma il diavolo ci ha messo la coda e Trump e i suoi consiglieri si sono ritrovati davanti alla ''grana Mamdani'', con la vittoria del candidato radicale alle elezioni per il sindaco di New York, mettendo il presidente davanti ad una evidenza: il vento sembra essere cambiato, anche se forse non in modo impetuoso.

Ma la brezza che arriva dalla Grande Mela potrebbe tramutarsi in un vento impetuoso, in un problema serio se il nuovo sindaco dovesse rispettare anche solo una minima parte delle sue molte promesse elettorali, facendo capire che se Trump non è l'America, non tutta l'America vuole essere Trump.

Come da canone consolidato, Trump ha preso la vittoria di Mamdani con il solito stile, minacciandolo di tagliare i fondi federali alla città, cosa che creerebbe qualche problema, vista la loro entità, circa 7 miliardi di dollari.
Ormai Trump sembra il bambino che quando gli fischiano un fallo contro, si prende la palla e se ne torna a casa.

È un modo brutale di esercitare le prerogative presidenziali, ma mai, a memoria recente, con la volgarità e la prepotenza che Trump usa riservare ai suoi nemici,
Ma un conto è minacciare una città, casualmente solo quelle amministrate dai democratici, di mandare l'esercito per debellare una recrudescenza del crimine, spesso smentita dai fatti e dalle statistiche dello stesso Dipartimento della Giustizia, un altro è farlo la città per eccellenza, forse non valutando appieno (o forse proprio per questo) l'effetto devastante che avrebbe sull'immagine della Grande Mela mandare blindati, uomini armati e in divisa a pattugliare le strade.

Il problema di Trump è che che deve confrontarsi con una posizione per lui impensabile fino a poche settimane fa, perché non solo Mamdani ha vinto a New York, ma due Stati hanno eletto governatrici delle democratiche, scatenando una reazione nel pieno rispetto del suo modo di fare politica: parlare, spesso sparando affermazioni prive di qualsiasi aggancio con la realtà, e trovando sempre responsabili che non siano lui, arrivando a dire che la sconfitta è stata determinata dal fatto che il suo nome non comparisse sulle schede.

Quanto accaduto a New York, nel New Jersey e in Virginia, determinato in parte dalle preoccupazioni relative al costo della vita, evidenziano la sfida che Trump e i repubblicani del Congresso dovranno affrontare il prossimo anno per affrontare la frustrazione degli elettori nei confronti dell'economia nelle elezioni di medio termine del 2026.

Anche perché due terzi degli elettori di New Jersey e Virginia si sono dichiarati insoddisfatti o arrabbiati per la direzione presa dagli Stati Uniti, dando ai democratici più del 75% dei voti e spingendo i maggiorenti repubblicani a cercare di ridimensionare la portata della sconfitta.

Come ha fatto il vicepresidente J.D. Vance per il quale è "idiota reagire in modo eccessivo a un paio di elezioni" in Stati a maggioranza democratica.
Ma, al di là delle dichiarazioni ufficiali, in casa repubblicana qualcuno comincia ad avere il coraggio di dire che gli elettori avrebbero bisogno di vedere Trump più concentrato sulle questioni interne piuttosto che sugli affari esteri e hanno osservato che i dazi non hanno aiutato il suo tentativo di abbassare i prezzi.

"Il problema con Trump è che sta cercando di salvare il mondo, ma si dimentica delle persone che lo hanno portato qui, e non se la stanno cavando poi così bene", ha affermato lo stratega repubblicano John Feehery. "Ha bisogno di correre meno in giro e di concentrarsi di più sui problemi politici interni".

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