Quando sento dire che in Italia andiamo a rotoli per "colpa del turbocapitalismo" sorrido, farei vedere quanto poco pesi il mercato finanziario e dei capitali nel nostro paese, un mercatino delle pulci! Siamo vittime invece del debito bancario e di quello pubblico che umiliano il capitale di rischio, linfa per l’imprenditorialità privata, soffocato da burocrazia e fisco.
Insider: basta umiliare il capitale di rischio
In Italia più che di Borsa e mercati finanziari è forse il caso di parlare di "borsetta"!
Sì, siamo preda delle multinazionali, perché abbiamo affossato il nostro mercato del capitale di rischio per salvaguardare l’impresa familiare (piccolo è bello, perché crescere e prendere quote di mercato? Meglio trasferirsi all’estero casomai), come dimostra l’ultima mossa relativa all’abolizione dell’Ace.
Consob: “Con riferimento all’Europa, l'ecosistema delle società non finanziarie (SNF) si caratterizza per una maggiore dipendenza dal capitale di debito come fonte di finanziamento rispetto, ad esempio, agli Stati Uniti. A giugno 2024, infatti, il rapporto tra capitale di debito e capitale proprio (debt-to-equity ratio) era pari al 47% per le imprese statunitensi, contro il 70% per le imprese dell'area euro (77% in Italia).
I livelli di indebitamento delle imprese risultano elevati nell’area euro anche in rapporto al PIL, poiché negli USA l’indebitamento delle SNF rappresenta il 75% del PIL a fronte del 102% nell’area euro (60% in Italia). Il dato è mitigato dall’indebitamento delle famiglie che nell’area euro è pari al 52% del PIL (37% in Italia) a fronte del 71% registrato negli USA.
All’indebitamento complessivo concorre anche il settore pubblico, con un debito che a giugno 2024 rappresentava il 120% del PIL negli USA, a fronte di una media dell’area euro pari all’88% (137% in Italia).”