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Canada: le dimissioni di Trudeau aprono una fase delicatissima per il Paese

Redazione
 

Che Justin Trudeau fosse in difficoltà, sul fronte nazionale per il mancato raggiungimento degli obiettivi del suo governo e sul fronte interno al suo partito, quello liberale, era noto da tempo, ma che le sue dimissioni giungessero in modo così traumatico, per il vuoto politico in cui proietta il Paese, non se lo aspettavano in molti. Perché, facendo il passo indietro (richiestogli a gran voce dai suoi stessi compagni di partito), Trudeau ha preso atto della fine di una lunga luna di miele con il Canada, conclusasi nel modo peggiore. Non solo per le sue dimissioni, quanto perché il partito liberale è in crisi profonda, è staccato di quasi venti punti dai conservatori e, infine, non vede all'orizzonte chi possa rilanciarlo.

Canada: le dimissioni di Trudeau aprono una fase delicatissima per il Paese

"I canadesi meritano una scelta chiara alle prossime elezioni", ha detto Trudeau, ammettendo che le lotte intestine del partito gli avevano reso impossibile affrontare i suoi rivali politici. Trudeau resterà primo ministro fino a quando il partito liberale sceglierà un nuovo leader attraverso un processo "solido e nazionale".
A rendere ancora più complessa la situazione ci sono anche le tensioni con gli Stati Uniti, alimentate non solo dall'annuncio di Trump di volere imporre nuovi dazi alle merci canadesi, ma anche dalle continue provocazioni del presidente eletto, che, tra il serio e il faceto, continua ad accarezzare l'idea di fare del Canada un nuovo Stato degli Usa, peraltro con argomentazioni che, al netto della volgarità (in senso di rispetto della sovranità altrui), sembrano volere ridurre il vicino del Grande Nord ad una entità senza una identità nazionale e, peggio, senza alcun futuro.

"Molte persone in Canada ADORANO essere il 51° Stato. Gli Stati Uniti non possono più soffrire gli enormi deficit commerciali e sussidi di cui il Canada ha bisogno per restare a galla", ha scritto Trump, aggiungendo: "Justin Trudeau lo sapeva e si è dimesso. Se il Canada si fondesse con gli USA, non ci sarebbero tariffe, le tasse scenderebbero di molto e sarebbero TOTALMENTE SICURI dalla minaccia delle navi russe e cinesi che li circondano costantemente. Insieme, che grande nazione sarebbe!!!"

I tentativi di Trudeau di fare recedere il futuro presidente americano dai suoi bellicosi progetti si sono tradotti in concessioni politiche (come il rafforzamento della sicurezza dei confini), dopo una visita al resort di Florida di Trump. che con una visita in Florida, dove hanno posato sorridenti per una foto.

Giorni dopo, tuttavia, Trump ha pubblicamente deriso Trudeau, sminuendolo come “governatore” del Canada , come se il suo Paese fosse semplicemente uno stato degli Stati Uniti.
La reazione dei rivali politici di Trudeau all'annuncio delle dimissioni è stata rapida e soprattutto spietata.
"Non è cambiato nulla", ha detto Pierre Poilievre, il leader conservatore. "Ogni parlamentare liberale e candidato alla leadership ha sostenuto tutto ciò che ha fatto Trudeau per nove anni, e ora vogliono ingannare gli elettori sostituendo un altro volto liberale per continuare a truffare i canadesi per altri quattro anni, proprio come Justin".

Jagmeet Singh, il leader del New Democratic Party, ha dichiarato che i liberali "non meritano un'altra possibilità, non importa chi sia il leader", dicendo che ha sostenuto il governo di minoranza dei liberali per tre anni in base a un accordo di fiducia e fornitura, ma ha ritirato il suo sostegno alla fine del 2024.
Il 53enne Trudeau ha guidato il partito liberale al governo dal 2013 ed è diventato primo ministro nel novembre 2015. Fino a poco tempo fa, aveva detto ai giornalisti in numerose occasioni che si aspettava di guidare i liberali alle prossime elezioni.

Ma gli sviluppi recenti riflettono la popolarità calante di Trudeau e dei suoi liberali al governo. Negli ultimi mesi, il partito ha perso sia roccaforti politiche nelle recenti elezioni suppletive sia importanti ministri del governo. I sondaggi recenti danno i liberali al 16% di sostegno, la loro peggiore posizione pre-elettorale in più di un secolo.
In patria, tuttavia, la sua reputazione – come quella di molti altri politici in carica nell’ultimo anno – è stata sempre più offuscata dall’elevata inflazione e dai prezzi delle case fuori controllo .

Quasi due dozzine di parlamentari liberali di secondo piano hanno firmato una lettera alla fine dell'anno scorso, chiedendo a Trudeau di dimettersi per timore di una potenziale sconfitta elettorale catastrofica.
A metà dicembre, l'alleato politico più vicino a Trudeau, l'ex ministro delle finanze Chrystia Freeland, si è dimessa in mezzo a una disputa sulla risposta appropriata all'incombente nazionalismo economico di Donald Trump . La sua feroce lettera di dimissioni accusava Trudeau di "costosi espedienti politici" e metteva in dubbio la sua comprensione della "gravità del momento".
La legge federale prevede che le elezioni si tengano entro ottobre 2025, ma poiché tutti i partiti di opposizione hanno dichiarato pubblicamente di non avere più fiducia nei liberali al governo la data del voto si avvicina.

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