Economia

Campania, il terziario vale il 55% del Pil e occupa l’85% dei lavoratori privati

Redazione
 
Campania, il terziario vale il 55% del Pil e occupa l’85% dei lavoratori privati

In Campania il settore terziario continua a rappresentare il cuore pulsante dell’economia regionale, con oltre 320mila imprese attive che impiegano l’85 per cento dei lavoratori del comparto privato e contribuiscono al 55 per cento del Pil, a fronte del 19,8 per cento dell’industria. I dati sono stati illustrati durante l’Assemblea di Confcommercio Campania, svoltasi oggi alla Stazione marittima di Napoli.

Campania, il terziario vale il 55% del Pil e occupa l’85% dei lavoratori privati

 

L’analisi della Banca d’Italia evidenzia come, nel triennio 2022-2024, il terziario sia l’unico settore con investimenti e occupazione in crescita, mentre negli altri comparti si registra stagnazione o calo. Oltre il 70 per cento delle nuove assunzioni proviene da imprese del terziario e più di due terzi delle aziende ad alta crescita appartengono a questo settore, con il 35 per cento concentrate nel commercio. 

 

“Nella nostra regione - ha affermato Pasquale Russo, presidente di Confcommercio Campaniasono almeno 20mila le posizioni scoperte: personale specializzato in alberghi e ristoranti, addetti alle vendite qualificati, autotrasportatori”. Nel corso dell'Assemblea è emersa la necessità di politiche di sviluppo innovative e di una maggiore attenzione ai temi dei distretti del commercio, della movida e della regolamentazione delle attività dei pubblici esercizi, abusivismo commerciale. "Un sistema che deve prevedere le nuove opportunità che derivano da uno sviluppo più ordinato del turismo, per innalzare la qualità e le capacità di intervento nel settore così come occorre una maggiore attenzione alla sanità, alla portualità e ai trasporti", ha concluso Russo.

 

Dal palco dell’Assemblea regionale, il presidente di Confcommercio nazionale Carlo Sangalli (in foto) ha voluto porre l’accento sul ruolo del terziario e dei corpi intermedi, ricordando che “la Campania è terra dove l’Italia mostra la sua forza più genuina: quella di saper trasformare la fatica in creatività, la difficoltà in energia, la tradizione in futuro”. 

 

 Sangalli ha proseguito delineando le priorità per sostenere lo sviluppo: “Viviamo in un contesto caratterizzato dal persistere di un clima di incertezza. Per questo, se con la prossima manovra si vuole davvero andare nella direzione dello sviluppo e della crescita, è fondamentale ridare fiducia alle famiglie e rivitalizzare i consumi. E questo va fatto attraverso la riduzione delle tasse”. 

 

 Riferendosi alle radici della rappresentanza confederale, Sangalli ha chiarito che “le radici della nostra rappresentanza sono essenzialmente tre: il contratto, il territorio e la comunità. Il primo ha uno straordinario valore simbolico perché è al cuore della nostra natura associativa e, in qualche modo, istituzionale. Più di dieci dei grandi contratti nazionali derivano dal nostro sistema, ma accanto a questi si moltiplicano i cosiddetti ‘contratti pirata’, che non garantiscono né lavoratori, né imprenditori. E che purtroppo si diffondono in particolare nel nostro Mezzogiorno, generando ulteriori squilibri economico-sociali e contribuendo a lasciare indietro una parte del Paese”. 

 

 Secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confcommercio, in Campania sono oltre 28mila i lavoratori impiegati con contratti pirata, pari all’8,5% del totale dei contratti del terziario di mercato della regione contro una media nazionale del 3,51%. “Incrociando prossimità e comunità, territorio e settori – ha quindi ripreso il filo del ragionamento Sangalli - possiamo dire che siamo la rappresentanza economica delle città e dei territori.  I nostri imprenditori del terziario di mercato vivono nelle città e per le città, dentro i territori e per i territori.  Ed è proprio questa presenza diffusa, questa rete viva di relazioni e di comunità, che ci ha permesso in questi 80 anni di accompagnare sempre i cambiamenti del Paese, talvolta anche di anticiparli”. Concludendo il suo intervento, Sangalli ha sottolineato il ruolo sociale dei corpi intermedi: “Noi corpi intermedi possiamo e dobbiamo essere costruttori di fiducia, tessitori dei fili invisibili che sono poi i legami che tengono insieme le persone”.

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