Il comparto calzaturiero italiano chiude il 2024 con una flessione dell’export dell’8,4% in valore e un crollo del fatturato del 9,4%, attestandosi a 13,21 miliardi di euro. Secondo i dati del Centro Studi di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici, presentati in occasione di Micam 2025, in programma da ieri e fino al 25 febbraio a Fiera Milano Rho, anche la produzione ha subìto una brusca frenata, fermandosi a 124,1 milioni di paia (-16,1%), mentre il numero di addetti cala del -3,8% e quello delle imprese del -5,5%. La situazione è confermata dai dati Infocamere-Movimprese, che a fine dicembre 2024 registrano un saldo negativo di -54 aziende nel settore calzaturiero e un taglio di -413 addetti rispetto al 2023.
Crisi calzaturiera: crollano aziende, export in rosso e produzione ai minimi storici
Il mercato estero mostra segnali preoccupanti: nei primi dieci mesi del 2024 l’export ha perso il -8,1% in valore e il -4,4% in volume, con una flessione del -11,4% nelle destinazioni extra UE e un crollo del -14,3% in valore.
L’unica eccezione è la Cina, che segna un +2,5% in valore e un +18,9% in quantità, nonostante un rallentamento nel quadrimestre luglio-ottobre. Tra le altre destinazioni, gli Emirati Arabi registrano un +24% in valore ma flessioni in volume, mentre la Turchia mostra una tenuta. Perdite significative si registrano negli Stati Uniti (-5,6%), in Canada (-15,7%) e in Russia (-22,4%). Tra i mercati europei, l’export verso la Francia cala del -1,9%, mentre la Germania segna un -4,1% in valore ma tiene in quantità.
A livello regionale, nei primi nove mesi del 2024 la Lombardia ha registrato un crollo dell’export del -14,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. Le cinque principali destinazioni dell’export lombardo, che coprono il 54,3% del totale, hanno subito forti contrazioni: USA (-17%), Svizzera (-27,9%), Cina (-19,4%), mentre Francia (+2,7%) e Germania (+3,2%) mostrano una tenuta.
Sul fronte della cassa integrazione, l’Inps ha autorizzato per le imprese lombarde della filiera pelle un incremento del +54,6% delle ore rispetto al 2023, raggiungendo quasi 2,3 milioni di ore, un dato superiore del +141,8% rispetto ai livelli pre-Covid del 2019.
Secondo Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici e Micam (in foto), il 2024 “è stato caratterizzato sin dall'inizio dalla contrazione degli ordinativi che, in un clima di incertezza, imputabile a cause esogene tra cui tensioni geopolitiche, nuovo aumento dei costi energetici e rallentamento di importanti economie, ha colpito significativamente anche il lusso. Con ripercussioni sulle lavorazioni per le multinazionali del fashion che producono in Italia, traino della risalita dopo l'emergenza pandemica. Auspico che entro l'anno in corso si possa concretizzare una ripartenza per le aziende calzaturiere, che rappresentano uno dei settori cruciali per il Made in Italy”.
Il saldo commerciale del settore, pur mantenendo un attivo di 4,2 miliardi di euro nei primi dieci mesi del 2024, è in calo del -11,2% e Confindustria prevede un consuntivo annuo sotto i 5 miliardi di euro, rispetto ai 5,7 miliardi del 2023. Anche i consumi interni soffrono: nel 2024 gli acquisti delle famiglie sono scesi del -1,4% in spesa e del -2% in quantità, confermando un divario del -5,3% rispetto ai livelli pre-crisi.