Ambiente & Sostenibilità

Caldo estremo, uno studio rivela che in Europa il 70% dei decessi è causato dal cambiamento climatico

Redazione
 
Caldo estremo, uno studio rivela che in Europa il 70% dei decessi è causato dal cambiamento climatico
Il riscaldamento globale dovuto ai combustibili fossili ha avuto un impatto diretto e devastante sulla salute dei cittadini europei durante l’estate del 2025. Secondo un’analisi condotta dall’Imperial College di Londra e dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine, tra giugno e agosto sono stati registrati 24.400 decessi legati al caldo in 854 grandi città europee, dei quali ben 16.469 – quasi il 70% – sono attribuibili al cambiamento climatico di origine antropica.

Caldo estremo, uno studio rivela che in Europa il 70% dei decessi è causato dal cambiamento climatico

Gli studiosi hanno stimato che le temperature estive siano state superiori da 1,5 a 2,9 °C rispetto a uno scenario senza emissioni da combustibili fossili, in un’estate che si è classificata come la quarta più calda mai registrata, con valori medi di 0,9 °C oltre la media 1990-2020. “La catena causale che va dalla combustione dei combustibili fossili all’aumento della mortalità è innegabile”, ha affermato Friederike Otto, climatologa dell’Imperial College e coautrice del rapporto, sottolineando che senza l’uso massiccio di fonti fossili gran parte delle vittime non ci sarebbe stata.

I dati mostrano come l’Italia sia tra i Paesi più colpiti, con 4.597 decessi stimati, seguita da Spagna (2.841), Germania (1.477), Francia (1.444) e Regno Unito (1.147). L’impatto maggiore riguarda la popolazione anziana: circa l’85% delle vittime aveva più di 65 anni e il 41% oltre gli 85.

Le città risultano particolarmente vulnerabili alle ondate di calore: il cemento e l’asfalto intrappolano calore, i trasporti e l’uso di energia lo amplificano, generando l’effetto “isola di calore urbana”. Gli esperti sottolineano l’urgenza di ampliare spazi verdi e blu – parchi, alberature, specchi d’acqua – per ridurre le temperature e proteggere soprattutto i cittadini più fragili, spesso privi di sistemi di climatizzazione adeguati. Con il 70% della popolazione europea già residente nelle città e una proiezione che indica l’80% entro il 2050, l’adattamento urbano diventa cruciale.

Il fenomeno non riguarda solo l’Europa. In Australia, uno studio della Monash University ha stimato oltre mille decessi legati al caldo in tre anni, confermando che le ondate di calore rappresentano l’evento meteorologico più letale a livello globale. Con le attuali politiche climatiche, che proiettano un aumento della temperatura mondiale di circa 2,7 °C entro il 2100, il rischio di mortalità legata al caldo è destinato a crescere in modo esponenziale.

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