Economia

Caffè: il costo all'origine mai così alto da decenni

Redazione
 
Caffè: il costo all'origine mai così alto da decenni
Quanto si è disposti a pagare per un piacere, quello del caffè, tra le abitudini più inveterate degli italiani? Ebbene sì, si parla di spesa ormai, perché il prezzo del caffè sui mercati internazionali delle materie prime ha raggiunto il livello più alto mai registrato.
Ieri il prezzo dei chicchi di Arabica, che rappresentano la maggior parte della produzione mondiale, ha superato i 3,44 dollari alla libbra (0,45 kg), con un balzo di oltre l'80% quest'anno mentre i Robusta, nel frattempo, hanno raggiunto un nuovo massimo a settembre.

"Marchi come JDE Peet, proprietario del marchio Douwe Egberts, Nestlé e tutti gli altri, hanno già subìto il colpo dei prezzi più elevati delle materie prime", ha affermato Vinh Nguyen, amministratore delegato di Tuan Loc Commodities, aggiungendo che, sebbene negli ultimi anni i principali torrefattori di caffè siano riusciti ad assorbire gli aumenti dei prezzi per accontentare i clienti e mantenere la quota di mercato, sembra che la situazione stia per cambiare: i commercianti di caffè prevedono una contrazione dei raccolti dopo che i due maggiori produttori mondiali, Brasile e Vietnam, sono stati colpiti dal maltempo, con conseguente impennata dei prezzi.

La popolarità della bevanda tuttavia continua a crescere e un esperto ha dichiarato che i marchi del caffè stanno valutando di aumentare i prezzi nel primo trimestre del 2025, tanto che il colosso italiano del caffè Lavazza ha dichiarato di avere fatto di tutto per proteggere la propria quota di mercato e non trasferire ai clienti i costi più elevati delle materie prime, ma alla fine è stata costretta a cedere.

Nel corso di un evento per gli investitori tenutosi a novembre, un alto dirigente della Nestlé ha dichiarato che l'industria del caffè stava attraversando "tempi difficili", ammettendo che la sua azienda avrebbe dovuto adeguare i prezzi e le dimensioni delle confezioni: "Non siamo immuni al prezzo del caffè, anzi", ha affermato David Rennie, responsabile dei marchi di caffè di Nestlé. Era dal 1972 che non si stabiliva un record per il caffè, quando un'insolita nevicata aveva devastato le piantagioni in Brasile: "Le preoccupazioni relative al raccolto brasiliano del 2025 sono il fattore principale", ha affermato Ole Hansen, responsabile della strategia sulle materie prime presso Saxo Bank". Il Paese ha vissuto la peggiore siccità degli ultimi 70 anni durante agosto e settembre, seguita da forti piogge in ottobre, facendo temere che il raccolto di fiori possa fallire".
Le piantagioni di caffè brasiliane, che producono principalmente chicchi di qualità Arabica, non sono le uniche danneggiate dal maltempo: anche le scorte di Robusta sono destinate a ridursi dopo che le piantagioni in Vietnam, il più grande produttore di questa varietà, hanno dovuto affrontare siccità e forti piogge. Il raccolto non è stato positivo nemmeno in Colombia, Costa Rica e Honduras.

Per il quinto anno consecutivo, quindi, nel 2025-2026 la domanda sarà superiore all’offerta e pesa il fatto che molti importatori di materia prima si affrettino ad acquistare caffè prima che entri in vigore il nuovo regolamento europeo. Dal 2026, infatti, sarà vietata l’importazione di caffè proveniente da terreni deforestati.
Il caffè, per di più, è la seconda merce più scambiata al mondo in termini di volume, dopo il petrolio greggio, e la sua popolarità è in aumento. Il consumo in Cina, per esempio, è raddoppiato nell'ultimo decennio.
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