Ogni anno la scienza si concede un momento di leggerezza e creatività, celebrando non solo i grandi traguardi ma anche quelle ricerche che, con un pizzico di ironia, riescono a incuriosire e divertire. È lo spirito che anima i Premi IgNobel, nati dall’idea della rivista umoristica Annals of Improbable Research, che da più di trent’anni porta in scena a Boston un vero e proprio spettacolo dedicato agli studi più eccentrici.
IgNobel 2025, premiati i ricercatori italiani che hanno svelato il segreto della cacio e pepe perfetta
Non si tratta di pura satira, ma di un modo intelligente per accendere la curiosità del pubblico verso la scienza e le sue infinite possibilità. Nella 35esima edizione a brillare è stato un gruppo di fisici italiani che ha saputo trasformare un problema quotidiano in un esperimento pubblicato sulla rivista Physics of Fluids. Il loro obiettivo era ambizioso e al tempo stesso familiare a chiunque si sia cimentato ai fornelli: capire come cucinare una cacio e pepe perfetta, evitando i fastidiosi grumi che spesso rovinano il piatto. Se la tradizione vuole che la ricetta sia semplice e immediata, l’esperienza dimostra che, soprattutto quando bisogna prepararla per molti commensali, la realtà è ben diversa.
Gli autori dello studio, Giacomo Bartolucci, Daniel Maria Busiello, Matteo Ciarchi, Alberto Corticelli, Ivan Di Terlizzi, Fabrizio Olmeda, Davide Revignas e Vincenzo Maria Schimmenti, hanno affrontato la questione durante alcune cene organizzate all’estero, dove la nostalgia dei sapori di casa ha spinto il gruppo a cercare una soluzione scientifica a un dilemma gastronomico. La risposta è arrivata grazie a una legge biofisica, quella della separazione di fase nei liquidi, ossia il processo che permette a una miscela di suddividersi in componenti distinti a seconda di proprietà come densità, solubilità o temperatura. Applicata alla cucina, questa teoria consente di preparare la salsa di pecorino senza incorrere nel temuto “effetto grumo”.
Ma la cerimonia di quest’anno, svoltasi ieri alla Boston University e trasmessa in diretta online, ha premiato anche altre ricerche destinate a far sorridere. Sempre l’Italia è stata protagonista con altri studiosi coinvolti in lavori internazionali sul rapporto tra consumo di alcol e capacità di volo dei pipistrelli, oppure sulle preferenze culinarie delle lucertole arcobaleno del Togo alle prese con diverse varietà di pizza.
Accanto a loro, si sono distinti un medico americano che ha documentato per 35 anni la crescita dell’unghia del suo pollice, un gruppo giapponese che ha sperimentato l’idea di dipingere le mucche a strisce come le zebre per proteggerle dalle punture degli insetti, e un team indiano che ha indagato sull’effetto delle scarpe maleodoranti nell’utilizzo delle scarpiere. Non sono mancati gli studi sull’influenza dell’aglio nel latte materno e sull’effetto positivo, seppure in alcuni casi, dell’alcol nell’apprendimento delle lingue straniere.
Dietro a queste ricerche singolari si nasconde il lavoro della comunità di Improbable Research, formata da scienziati, insegnanti, artisti, giornalisti e musicisti che condividono lo stesso gusto per l’improbabile e per ciò che appare stravagante ma può stimolare nuove prospettive. Dal 1991 questa realtà raccoglie studi autentici, spesso al confine tra il serio e il surreale, e li porta in scena con una cerimonia che è a metà strada tra il teatro e la divulgazione scientifica. Non mancano sorprese scenografiche, né la tradizionale mini opera a tema che dal 1996 accompagna ogni edizione.
Tra le sale prestigiose che hanno ospitato la cerimonia figurano il MIT Museum di Cambridge e l’Università di Harvard, ma il cuore dell’iniziativa resta sempre lo stesso: mostrare che la scienza non è soltanto rigore, ma anche immaginazione e gioco. Una lezione che i vincitori di quest’anno, con la loro cacio e pepe spiegata attraverso le leggi della fisica, hanno saputo dimostrare nel modo più gustoso possibile.