C’è sempre un fondo di patetica genialità nella creatività dell’umanità connessa. Dove c’è un secchio, c’è speranza: di diventare virali, di collezionare cuori digitali, di fregiarsi del titolo di eroe del giorno sul palco scivoloso di TikTok. E così, dopo aver già dato il meglio di sé rovesciandosi addosso secchiate d’acqua gelata per una causa nobile — ricordate l’Ice Bucket Challenge e la lotta contro la SLA? —, oggi l’intelligenza collettiva ha deciso di affondare nel secchio. Ma non da sola: ha trascinato con sé i propri cani.
Secchiate d’acqua e secchiate d’idiozia
In nome dell’audience e del nulla cosmico, infatti, orde di aspiranti divi social hanno dato vita a una perla dell’imbarazzo digitale chiamata #BarkYourMindChallenge (o, per i puristi dell’anglofollia, #IceBucketChallengeDog), la cui dinamica è semplice quanto inquietante: gettare acqua ghiacciata su un cane ignaro e filmarne la reazione. Per poi postare il video e sperare che l’algoritmo lo benedica con milioni di visualizzazioni.
Perché? Non c’è un perché, se non l’amara constatazione che l’era digitale ha generato una nuova specie: l’homo viralis, colui che, pur di ottenere attenzione, è disposto a tutto, perfino a tradire il patto silenzioso di fiducia e rispetto che ogni cane ci accorda senza condizioni.“Inzuppare d’acqua i cani ignari è un terribile tradimento della loro fiducia”, ha dichiarato Jason Baker, vicepresidente senior di PETA, ricordando a noi tutti ciò che dovrebbe essere ovvio.
Dovrebbe, appunto. Perché in quest’epoca di “contenuti”, la realtà si plasma sulla spettacolarizzazione, e il disagio altrui — anche quando ha quattro zampe e una coda — è sacrificabile purché faccia engagement. Ma davvero, vien da chiedersi: in quale universo parallelo una secchiata d’acqua gelida sul proprio cane può essere considerata intrattenimento? Quale spirito creativo, colto dalla sindrome da esaurimento di idee, ha partorito questa trovata così brillante da offendere anche la più modesta delle intelligenze? Per fortuna, esistono ancora voci che levano lo scudo dell’indignazione.
Come quella ragazza che, nel suo video, finge di colpire il cane con l’acqua ma all’ultimo la devia sulla fotocamera, lasciando un messaggio inequivocabile: “Invece di gettare un secchio d’acqua sul tuo cane per un trend, insegnagli qualcosa di utile”. Miracolo: un essere umano che usa TikTok e il cervello simultaneamente. E qui si torna alla domanda di cui sopra, con qualche utente che candidamente chiede: “Perché lo fate?” Una domanda che dovrebbe riecheggiare come un mantra in ogni salotto, camera da letto e cucina in cui si prepara lo spettacolo dell’assurdo per i social.
Ma la risposta, ahimè, è tanto semplice quanto scoraggiante: perché possono farlo. Perché la rete non ha confini, né moderatori della decenza. Perché il like è diventato la moneta più ambita e il giudizio degli altri è solo un fastidioso brusio di sottofondo. Così, mentre nei rifugi i volontari si sgolano per ricordare che gli animali sono esseri senzienti e non giocattoli da TikTok, c’è chi, con un secchio e uno smartphone, trasforma il proprio cane in una comparsa bagnata della propria miseria morale.Non resta che sperare in un contrappasso social: che la viralità, una volta tanto, si ribelli ai suoi stessi creatori.
Che questi video, anziché premiare, marchino di ridicolo eterno chi li posta. E che i cani, nella loro infinita bontà, riescano a perdonare ciò che noi, onestamente, non dovremmo mai scusare. Nel frattempo, sarebbe auspicabile un nuovo challenge, davvero virale: il #UseYourBrainChallenge. Ma temiamo che, per molti, sarebbe troppo impegnativo.