Biarritz, celebre località sulla costa atlantica francese, è al centro di una controversia che intreccia memoria, giustizia e identità. Con una sentenza storica, il tribunale amministrativo d’appello di Bordeaux ha ordinato la rimozione del nome "La Négresse" da un quartiere della città, ponendo fine a un dibattito acceso tra sostenitori della tradizione e attivisti che denunciano le tracce del passato coloniale.
Il tribunale cancella a Biarritz il nome del quartiere della Négresse, troppo divisivo
La controversia trae origine da una richiesta avanzata dall’associazione "Mémoires et Partages", impegnata nella denuncia delle eredità della schiavitù. Gli attivisti hanno contestato la permanenza del nome "La Negresse", associato, a loro dire, a un passato doloroso e indegno.
La decisione della Corte pone fine a un lungo iter giudiziario, iniziato nel 2020, quando il sindaco di Biarritz, Maïder Arosteguy, si era rifiutato di modificare il nome del quartiere e della sua omonima via, Rue de la Negresse. Tale rifiuto ha spinto gli attivisti ad intraprendere un’azione legale che, dopo un primo respingimento nel 2023 da parte del tribunale di Pau, ha ora trovato accoglimento.
Un atto simbolico, ma anche un passo essenziale per il riconoscimento delle ingiustizie storiche legate alla tratta degli schiavi, secondo gli attivisti, per i quali il linguaggio utilizzato nella toponomastica di Biarritz riflette ancora le gerarchie imposte dall’epoca coloniale e perpetua stereotipi discriminatori.
L’associazione ha infatti più volte sottolineato come il dibattito sulla ridenominazione di La Negresse sia parte di una più ampia riflessione nazionale sul linguaggio e sulla memoria. Del resto la Francia ha riconosciuto ufficialmente la tratta degli schiavi come un crimine contro l’umanità solo nel 2001. Un riconoscimento alquanto tardivo, ma soprattutto che, sottolineano gli attivisti, deve tradursi in azioni concrete, tra cui la revisione della toponomastica e la rimozione di simboli che possano risultare offensivi.
C’è da dire che l’origine del nome "La Negresse" si perde nei meandri della storia.
Secondo alcune fonti, il quartiere avrebbe preso il nome da una donna di colore che lavorava in una locanda della zona nel XIX secolo. Alcuni documenti suggeriscono che tale donna fosse un’ex schiava giunta in Francia attraverso le rotte commerciali transatlantiche.
Altri studi storici menzionano la presenza di almeno due donne identificate come "la négresse" nel XIX secolo, collegate a locande e famiglie legate al commercio coloniale.
Al contempo, alcuni linguisti hanno ipotizzato che il nome possa derivare da un'espressione guascone, "Lana Gresa", che significherebbe "terra argillosa". Una teoria che, tuttavia, non ha trovato conferme documentali definitive.
Tant’è vero che, nel corso degli anni, diverse istituzioni locali avevano già preso spontaneamente provvedimenti per modificare riferimenti ritenuti inappropriati. La stazione ferroviaria di Biarritz, un tempo denominata "Biarritz-La Négresse", ha rimosso la parola controversa dal nome pubblico, così come hanno fatto alcuni esercizi commerciali, tra cui una farmacia e una fermata dell’autobus.
Tuttavia, il quartiere e la strada omonima hanno mantenuto la loro denominazione fino alla recente sentenza, che peraltro si inserisce in una più ampia riflessione sulla conservazione della storia e sul rispetto della sensibilità contemporanea.
Il caso di Biarritz, infatti, non è isolato in Francia, dove nomi di strade, statue e monumenti sono spesso legati al colonialismo e quindi oggetto di contestazione e, in alcuni casi, di rimozione o reinterpretazione.