Economia

Banco Bpm guarda ad Asti, dal ruolo di preda a cacciatore nel risiko bancario

Redazione
 
Banco Bpm guarda ad Asti, dal ruolo di preda a cacciatore nel risiko bancario
Banco Bpm torna al centro del risiko. Secondo indiscrezioni, l’istituto guidato da Giuseppe Castagna avrebbe acceso i riflettori su Banca di Asti, presentando una manifestazione di interesse per parte della quota detenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, oggi intorno al 32%. Piazza Meda è già azionista storico dell’istituto piemontese con una partecipazione del 9,9% risalente al 2004. L’operazione, se confermata, segnerebbe un passaggio da “preda” a “predatore” per Banco Bpm, dopo mesi di attenzione del mercato sul suo destino.

Banco Bpm guarda ad Asti, dal ruolo di preda a cacciatore nel risiko bancario

Il dossier nasce dal processo di progressiva diversificazione del portafoglio della Fondazione, che ha avviato nei mesi scorsi un percorso con advisor esterno per la valutazione delle proprie partecipazioni, includendo quella in Banca di Asti. La possibile discesa sotto l’attuale 31,8-32% aprirebbe una finestra per nuovi equilibri nell’azionariato.

Per Banco Bpm, un rafforzamento in Banca di Asti avrebbe una logica industriale più che meramente finanziaria. Presidio nei territori a maggiore densità di Pmi, complementarità commerciale su famiglie e imprese, e potenziale spinta nel private banking e nel risparmio gestito, ambiti nei quali la banca lombardo-veneta ha piani di crescita. È questa la lettura che emerge da varie analisi di mercato circolate oggi, mentre da parte dei soggetti coinvolti non risultano conferme ufficiali.

Sul perimetro di Banca di Asti, i numeri più aggiornati descrivono un istituto profittevole e patrimonialmente solido, che nel primo semestre 2025 ha registrato un utile netto consolidato per 37,1 milioni, a fronte di una buona tenuta della raccolta e dell’attività creditizia. Indicatori che rendono l’asset appetibile in una fase in cui la normalizzazione dei tassi impone scelte selettive di crescita esterna.

Il timing non è casuale. Nel Nord Ovest la mappa bancaria resta in movimento e l’eventuale riassetto dell’azionariato di Asti potrebbe innescare nuove geometrie competitive con altri player territoriali. In parallelo, la stessa stampa economica segnala che Banco Bpm mantiene aperti più “dossier”, a riprova di una postura attiva sul consolidamento domestico. Resta inteso che ogni evoluzione sarà vincolata a prezzi, governance e compatibilità regolamentari, oltre che al via libera delle autorità competenti.

Per ora, siamo alle indiscrezioni, ma in molti si stanno convincendo che Banco Bpm non intende subire il risiko, piuttosto vuole orientarlo dove vede sinergie industriali difendibili nel medio periodo. La casella Asti, per storia societaria, vicinanza commerciale e profilo di rischio-rendimento, potrebbe essere una delle più coerenti su cui muovere la prima pedina.
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