Economia

Per la Banca mondiale, nel 2025 l'economia globale destinata a stagnare

Redazione
 
Per la Banca mondiale, nel 2025 l'economia globale destinata a stagnare

L'economia globale è destinata a stagnare quest'anno a causa dei timori che circondano il commercio, come gli annunciati nuovi dazi statunitensi, annunciati da Donald Trump, che si insedierà lunedì, a Washington.
La previsione è della Banca Mondiale. Una crescita del 2,7% rappresenterebbe la performance più debole dal 2019, a parte la forte contrazione registrata nel momento più critico della pandemia di Covid. Per Ayhan Kose, vice capo economista della banca, si tratta di un tasso con cui il mondo può "convivere", ma non basterebbe a migliorare gli standard di vita delle persone sia nei paesi più ricchi che in quelli più poveri.

Per la Banca mondiale, nel 2025 l'economia globale destinata a stagnare

Kose ha quindi avvertito che i dazi che il presidente eletto Donald Trump ha minacciato di introdurre sulle importazioni negli Stati Uniti potrebbero avere conseguenze economiche a livello mondiale.
I dazi sono un elemento centrale della visione economica di Trump: li vede come un modo per far crescere l'economia statunitense, proteggere i posti di lavoro e aumentare le entrate fiscali. Ha minacciato di imporre dazi contro Cina, Canada e Messico il primo giorno della sua presidenza, la prossima settimana.

Gli Stati Uniti sono il più grande importatore al mondo. Cina, Messico e Canada rappresentano circa il 40% dei 3,2 trilioni di dollari di beni che importa ogni anno.
Kose ha affermato che "le crescenti tensioni commerciali tra le principali economie" sono una delle maggiori paure della banca per l'economia globale nel 2025. La Banca Mondiale mira a promuovere lo sviluppo economico a lungo termine.

Altre preoccupazioni riguardano il mantenimento dei tassi di interesse elevati per un periodo più lungo e la crescente incertezza politica, che incide sulla fiducia delle imprese e sugli investimenti.
La Banca Mondiale ha affermato che anche un aumento del 10% delle tariffe statunitensi sulle importazioni da ogni Paese ridurrebbe la crescita economica globale dello 0,2% se i Paesi non reagissero. Se lo facessero, l'economia globale potrebbe essere colpita più duramente, ha aggiunto Kose, che ha proseguito affermando che ''ogni volta che si introducono restrizioni al commercio, si verificheranno conseguenze negative che nella maggior parte dei casi saranno sopportate dal Paese che le ha introdotte".

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