Economia

Nuove incognite per l'economia globale: l'analisi della Banca del Fucino

Redazione
 
Nuove incognite per l'economia globale: l'analisi della Banca del Fucino

La Banca del Fucino, attraverso il proprio Ufficio Studi, ha elaborato un'analisi approfondita sugli attuali trend economici, concentrandosi in particolare sulla politica monetaria e sulle differenze tra l’area euro e gli Stati Uniti. Il rapporto evidenzia le prospettive di taglio dei tassi e offre un quadro macroeconomico generale, con un focus specifico sull’andamento del sistema bancario.

Nuove incognite per l'economia globale: l'analisi della Banca del Fucino

Nel corso del 2024, l’economia statunitense ha mostrato una notevole solidità, smentendo le preoccupazioni emerse nel terzo trimestre dello scorso anno riguardo a una possibile frenata del mercato del lavoro. Tuttavia, alcuni segnali di instabilità emergono, tra cui l’aumento dei default sulle carte di credito e le turbolenze nei mercati finanziari, scatenate dall’impatto dell’intelligenza artificiale cinese DeepSeek sulle aspettative di crescita dei colossi tecnologici americani.

Un elemento chiave che ha modificato le previsioni economiche negli USA è stata l’elezione di Donald Trump. Il ritorno dell’ex presidente ha contribuito a rivedere al rialzo le aspettative di inflazione per il medio termine, ponendo interrogativi sulle prossime mosse della Federal Reserve. A dicembre, la Fed ha scelto di mantenere invariati i tassi di interesse, segnalando una maggiore prudenza rispetto a tagli immediati.

In contrasto con la robustezza americana, l’area euro ha continuato a mostrare segni di debolezza, con un tasso di crescita inferiore all’1% nel 2024. La crisi economica della Germania, entrata nel secondo anno consecutivo di contrazione del PIL, rappresenta il principale freno alla ripresa europea. Sebbene l’inflazione e il mercato del lavoro siano rimasti relativamente stabili, la debole domanda interna e le difficoltà del settore industriale tedesco hanno inciso pesantemente sulle prospettive dell’eurozona.

Di fronte a questa situazione, la Banca Centrale Europea ha deciso di intervenire, annunciando un taglio dei tassi di interesse dello 0,25%. Questo intervento segna un cambio di rotta rispetto alle precedenti politiche restrittive, ma il suo impatto rimane incerto. In particolare, la Germania, con un’inflazione al 2,8% a dicembre, si trova ora con tassi di interesse reali negativi, mentre l’Italia, con un’inflazione all’1,4%, rimane in un contesto monetario più restrittivo.

L’economia italiana ha registrato una crescita dello 0,5% nel 2024, leggermente inferiore alla media dell’area euro (+0,9%). Tuttavia, gli ultimi due trimestri hanno segnato una crescita nulla su base congiunturale. Se da un lato il tasso di disoccupazione è diminuito, attestandosi al 6,2% a dicembre (inferiore alla media dell’eurozona e alla Francia), dall’altro il settore industriale continua a mostrare difficoltà.

La produzione industriale è in calo da due anni, penalizzata dai costi elevati dell’energia, dalla crisi tedesca e dalla crescente competitività cinese. Anche le esportazioni hanno subito una contrazione nei primi tre trimestri del 2024, a conferma delle difficoltà del comparto produttivo italiano. Tuttavia, vi sono segnali positivi sul fronte delle finanze pubbliche. Le proiezioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze indicano che il deficit pubblico italiano potrebbe rientrare entro il limite europeo del 3% nel 2026. Questo ha contribuito a una riduzione dello spread Btp-Bund, che ha toccato i livelli più bassi dal 2021.

L’analisi della Banca del Fucino evidenzia, infine, un graduale ritorno della raccolta bancaria verso i livelli pre-inflazione. La crescita della componente obbligazionaria è rallentata, passando dal +21,58% di aprile al +7,22% di novembre 2024, mentre i depositi sono tornati a crescere. Nonostante ciò, la raccolta totale rimane in contrazione su base annua.

Sul fronte degli impieghi, si sta assistendo ad un disallineamento tra la dinamica dei prestiti alle famiglie e quella dei prestiti alle imprese: in base agli ultimi dati disponibili (relativi a novembre) gli impieghi presso le famiglie sembrano indirizzati a tornare in espansione su base annua; per le imprese, invece, si rimane ampiamente in territorio negativo, con un peggioramento nell’ultimo scorcio d’anno.

I tassi sui prestiti sono in discesa, seguendo la progressiva riduzione dei tassi BCE. Non si evidenziano per il momento novità significative sul fronte dei crediti deteriorati, su livelli storicamente bassi da inizio 2023. Non sono tuttavia ancora disponibili dati sul Q4 2024, dai quali non è da escludersi che possano emergere novità significative su questo fronte.

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