La Cina ha mantenuto stabili i tassi di prestito di riferimento, mentre la banca centrale vuole dare priorità alla stabilità finanziaria. La Banca Popolare Cinese (la PBOC) ha mantenuto invariato il tasso primario sui prestiti a 1 anno al 3,1% e il tasso LPR a 5 anni al 3,6%.
La Banca centrale della Cina non interviene sui tassi di prestito
I tassi di prestito di riferimento, normalmente addebitati ai migliori clienti delle banche , vengono calcolati mensilmente in base ai tassi proposti dalle banche commerciali designate e presentati alla PBOC. L’LPR a un anno influenza i prestiti aziendali e la maggior parte dei prestiti alle famiglie in Cina, mentre l’LPR a cinque anni funge da parametro di riferimento per i tassi dei mutui.
La decisione di oggi era comunque prevista.
La banca centrale cinese utilizza spesso il tasso reverse repo a 7 giorni, che controlla la quantità di liquidità nel sistema bancario, per segnalare le sue intenzioni di politica monetaria e orientare l’LPR nella direzione desiderata.
Negli ultimi mesi la PBOC ha cercato di difendere lo yuan, che si trova ad affrontare una pressione al ribasso dovuta alle minacce di tariffe più elevate, complicando così il suo compito di stimolare un’economia in difficoltà.
Secondo Goldman Sachs, è probabile che i decisori politici mantengano invariato l’obiettivo ufficiale di crescita reale a “circa il 5%”, mentre abbasseranno l’obiettivo di inflazione al consumo a “circa il 2%” da “circa il 3%” dell’anno scorso.
Il governatore della PBOC Pan Gongsheng ha affermato in una conferenza tenutasi domenica in Arabia Saudita che uno yuan stabile è stato fondamentale per mantenere la stabilità finanziaria ed economica globale. Pan ha anche ribadito l’impegno di Pechino ad adottare una politica fiscale proattiva e una politica monetaria accomodante quest’anno.
Lo yuan offshore cinese è sceso di quasi il 2,5% rispetto al biglietto verde dalla vittoria elettorale di Donald Trump a novembre, dopo aver recuperato alcune delle perdite delle ultime settimane. Giovedì si è rafforzato dello 0,20%, attestandosi a 7,2673 sul dollaro.