Il settore assicurativo italiano è un pilastro sottovalutato dell’economia nazionale, capace di generare investimenti per oltre 1.000 miliardi di euro e contribuire alla stabilità sociale, economica e finanziaria del Paese. Ma per sprigionare tutto il suo potenziale serve un cambio di passo nella collaborazione tra pubblico e privato. È questo il messaggio chiave lanciato dal presidente di ANIA, Giovanni Liverani, durante la sua audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo tenutasi oggi al Senato.
Assicurazioni, Liverani (ANIA): “Settore chiave per la crescita. Ma serve una nuova alleanza pubblico-privato”
Nel 2024, il settore assicurativo italiano ha erogato prestazioni per circa 140 miliardi di euro agli assicurati, operando in quattro comparti: protezione dai rischi, previdenza e risparmio, prevenzione e assistenza. L’Italia è il terzo mercato assicurativo dell’UE e il nono a livello mondiale, con un patrimonio investito per due terzi in titoli pubblici e corporate bond, contribuendo alla tenuta del debito sovrano e al finanziamento dell’economia reale.
Nonostante la rilevanza del comparto, il nostro Paese soffre un “protection gap” strutturale: la quota dei premi non auto è pari appena all’1% del PIL, contro il 2,4% europeo. In ambiti strategici come le catastrofi naturali, solo il 6% delle famiglie e il 5% delle imprese è assicurato, mentre in Paesi come Francia e Germania la copertura supera il 90%.
“La sottoassicurazione rappresenta uno svantaggio competitivo enorme”, ha sottolineato Liverani. “Si immobilizza liquidità a breve invece di usare strumenti assicurativi più efficienti”.
Apprezzato l’obbligo assicurativo introdotto dalla Legge di Bilancio 2024 per le imprese contro i rischi naturali. “È un passo coraggioso – ha detto Liverani – ma ora serve estendere il modello alle abitazioni private, oggi coperte solo nel 6% dei casi”.
ANIA ha già messo in campo strumenti operativi: tavoli tecnici, pool di riassicurazione e guide pratiche per le PMI. Il messaggio è chiaro: “L’assicurazione non è una tassa occulta, ma uno scudo per la collettività”.
Secondo Liverani, l’assicurazione può diventare motore di un welfare più efficiente e inclusivo:
- Previdenza integrativa: solo il 38% dei lavoratori dipendenti ha aderito a forme complementari. ANIA propone incentivi specifici per i giovani e una revisione dell’intero sistema, a trent’anni dalla riforma.
- Sanità integrativa: oggi gli italiani pagano di tasca propria oltre 45 miliardi all’anno in spese sanitarie. Il settore assicurativo può offrire soluzioni per ridurre le liste d’attesa e alleggerire il SSN, anche valorizzando la libera professione intramoenia.
- Non autosufficienza: 4 milioni di italiani sono già oggi non autosufficienti, con una spesa out-of-pocket di oltre 30 miliardi. ANIA chiede una riforma strutturale e propone fondi assicurativi a lungo termine, come il modello già applicato al comparto assicurativo stesso.
Liverani ha avanzato anche proposte normative concrete per:
- Combattere le frodi r.c. auto, ampliando i controlli alla fase precontrattuale;
- Riformare la r.c. sanitaria, superando l’inadeguato modello auto-centrico;
- Introdurre garanzie digitali nei contratti pubblici, sfruttando la tecnologia blockchain.
Infine, ANIA rilancia la proposta di una strategia nazionale per la cultura assicurativa, puntando su scuola, università, campagne pubbliche e una maggiore semplificazione dell’offerta.
“L’assicurazione – ha concluso Liverani – è un moltiplicatore di resilienza e un acceleratore di competitività. Ma per svolgere questo ruolo serve un ecosistema favorevole, fatto di regole certe, incentivi mirati e una visione condivisa con le istituzioni”.