Fincantieri
Irrompe nel dibattito nucleare

 
P. Folgiero (AD)


Un comunicato come tanti che arrivano nelle redazioni giornalistiche, ma di peso specifico ben diverso quello che ha ufficializzato l´accordo tra newcleo, azienda che opera nel settore delle tecnologie nucleari ´´pulite´´, Rina (che si occupa di classificazione navale) e soprattutto Fincantieri. Un accordo operativo mirato a fondere ´´le loro profonde competenze internazionali e la loro esperienza nell´innovazione´´ per un lavoro comune che consenta di esplorare la possibilità di un progetto di ´´mini-reattore chiuso´´ da utilizzare su grandi navi.
Con l´obiettivo primario, sottolineano le tre società, di decarbonizzare l´industria navale. Il cuore del progetto comune sarebbero i piccoli reattori modulari raffreddati a piombo progettati e prodotti da newcleo che, installati sulle navi, funzionerebbero come una piccola batteria nucleare in grado di produrre una potenza elettrica di 30 MW.

Con ricadute positive per l´ambiente (non rilasciando emissioni nocive) e per i costi (rifornimenti una volta almeno dopo dieci anni e con facilità di sostituzione quando il reattore avrà esaurito la sua carica).

Inoltre, per come ci tengono a sottolineare le tre società, l´utilizzo dell´energia nucleare sulle navi ´´salvaguarda l´ecosistema marino in caso di incidente´´ perché, grazie alla tecnologia di newcleo, il ´´piombo liquido all´interno del reattore si solidificherebbe raffreddandosi a contatto con l´acqua fredda, racchiudendo il nucleo del reattore in un involucro solido e contenendo tutte le radiazioni grazie alle proprietà schermanti del piombo´´.

Ora, al di là delle dichiarazioni dei vertici delle tre società, che giustamente magnificano l´accordo, sottolineandone le prospettive economiche e le premesse ambientali, la nascita di questa alleanza genera qualche considerazione.
Al di là degli aspetti positivi che newcleo, Rina e Fincantieri sottolineano, c´è da interrogarsi sulla valenza politica di questo annuncio, ovviamente nel rispetto dell´autonomia di azione, programmazione e prospettive delle società.
In poche parole, se un peso massimo dell´economia italiana , punta di lancia della nostra macchina industriale, quale Fincantieri, scende in campo sposando palesemente una scelta nucleare, fa una scelta che, in questo momento storico, va oltre quella meramente economica.

Soprattutto perché è in questi mesi che il dibattito sul ricordo al nucleare è diventato nuovamente di attualità, considerate le conseguenze che ha avuto l´invasione russa dell´Ucraina sulla bolletta energetica dell´Europa Occidentale. Certo è che le centrali nucleari e i mini-reattori da collocare su navi sono due cose apparentate solo dalla medesima energia, ma forse sposare o sostenere un progetto come quello che vede insieme Fincantieri, newcleo e Rina potrebbe apparire come un ´´apparentamento´´, una vicinanza con chi spinge verso questa soluzione. Ovvero ridiscutere il ´´no´´ al nucleare, sancito dal referendum del 2011. Anche perché, ma lo ricordiamo a noi stessi, Fincantieri è tutto fuorché un soggetto privato, visto che è controllata al 71% da Cdp Industria, costola di Cassa Depositi e Prestiti.


  


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