Luxury

Altagamma presenta lo scenario del lusso tra personalizzazione, benessere e nuove sfide per il retail

Redazione
 
Altagamma presenta lo scenario del lusso tra personalizzazione, benessere e nuove sfide per il retail

L’Altagamma Consumer and Retail Insight, giunto all’undicesima edizione, ha messo in luce un cambiamento profondo nel mondo del lusso. La ricerca, sviluppata con Boston Consulting Group, evidenzia come i consumatori top-tier — lo 0,1% del totale — generino il 37% del mercato globale del lusso, puntando sempre di più su esperienze uniche, personalizzazione estrema e una rinnovata attenzione al benessere.

Altagamma presenta lo scenario del lusso tra personalizzazione, benessere e nuove sfide per il retail

Tra i dati emersi, il segmento aspirazionale, che aveva alimentato la crescita democratizzando il lusso, sta mostrando segni di fragilità: oggi rappresenta il 61% del mercato, in netto calo rispetto al 74% del 2013. Il calo del potere d’acquisto, l’incertezza geopolitica e una percezione di valore più debole hanno spinto il 35% di questi consumatori a ridurre gli acquisti, con picchi negativi in Cina, Europa e Stati Uniti.

In controtendenza, i clienti top-tier continuano a trainare la crescita, con una spesa media annua di 360.000 euro, che sale fino a 500.000 euro considerando anche mobilità di lusso e wellness. Questi consumatori puntano su categorie esperienziali come arte, design, benessere e hotellerie, con un’aspettativa di aumento della spesa del 10% nei prossimi 18 mesi.

“Il profilo del cliente di alta gamma evolve continuamente”,
ha dichiarato Matteo Lunelli, Presidente di Altagamma. “I brand devono puntare su strategie personalizzate e rafforzare la fiducia con il cliente, basandosi su valori condivisi e l’eccellenza artigianale”.

Secondo lo studio, il 60% dei top-tier si sente sopraffatto da un marketing eccessivo e impersonale, mentre l’80% richiede spazi esclusivi e riservati. Un segnale chiaro per i brand: è il momento di tornare al “core”, rafforzando qualità, relazione e personalizzazione, e investendo in esperienze che superino la semplice vendita del prodotto.

Il convegno ha approfondito anche la trasformazione del retail.
Se da un lato il monobrand continua a crescere, dall’altro il modello multibrand tradizionale vive un momento di crisi. Grandi magazzini e boutique indipendenti perdono attrattiva, mentre piattaforme digitali come Farfetch non sono riuscite a costruire modelli sostenibili. A soffrire di più è la fascia media, schiacciata tra lusso e fast fashion.

Non mancano però eccezioni: Sephora nella cosmetica, EssilorLuxottica nell’occhialeria e Rolex/Bucherer nell’orologeria continuano a prosperare grazie a specializzazione e competenze di categoria. Il futuro del retail multibrand, spiegano gli esperti, potrebbe passare da player ibridi fisico-digitale, big tech o retailer fast fashion pronti a scalare verso l’alto.

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