In Italia, la fotografia scattata dal nuovo Report Istat 2024 sulle spese delle famiglie restituisce l’immagine di un Paese che, pur tra difficoltà e rincari, mantiene una sostanziale stabilità nei propri consumi. Ma dietro la calma apparente dei numeri si nasconde un mosaico di differenze profonde, che continuano a separare il Nord dal Sud, le grandi città dai piccoli centri e chi può permettersi una casa di proprietà da chi vive ancora in affitto.
Affitti e mutui sempre più cari: nel 2024 le famiglie italiane spendono in media 2.750 euro al mese
Secondo l’analisi, evidenzia il portale Idealista, quasi una famiglia su cinque (quindi il 18%, pari a circa 4,7 milioni di nuclei) vive in una casa in affitto. Poco più numeroso è il gruppo di chi paga un mutuo: il 19,5%, corrispondente a 3,8 milioni di famiglie proprietarie della propria abitazione ma ancora impegnate con le rate.
Due modalità di vivere la casa che, come sempre, raccontano storie economiche e sociali molto diverse. Chi vive in affitto spende in media 423 euro al mese, una cifra che sale sensibilmente nelle aree settentrionali, dove si raggiungono i 452 euro nel Nord-Ovest e i 449 nel Nord-Est, e che tocca i 443 euro al Centro. Al Sud, invece, i canoni restano più contenuti, pur in presenza di abitazioni mediamente più grandi: 358 euro al Sud continentale e 370 nelle Isole.
Nei centri delle grandi aree metropolitane, dove la domanda resta alta e l’offerta scarseggia, l’affitto medio sale fino a 472 euro mensili, e qui vive anche la quota più alta di inquilini: il 23,5% delle famiglie. Diversa ma ugualmente onerosa è la situazione di chi affronta un mutuo. Le rate medie mensili sono arrivate nel 2024 a 581 euro, in crescita rispetto ai 567 del 2023, anche se l’aumento procede con un ritmo più lento rispetto all’anno precedente. Nei grandi centri, ancora una volta, il conto è più salato: qui la rata media tocca 618 euro al mese.
Nel complesso, la spesa media mensile delle famiglie italiane si attesta nel 2024 a 2.750 euro, con un andamento pressoché stabile rispetto ai 2.738 euro del 2023. Una stabilità che però si accompagna a un contesto di prezzi ancora elevati, in particolare nel settore alimentare. Nonostante i rincari, infatti, la spesa per prodotti alimentari e bevande analcoliche resta invariata, segno che molti italiani hanno scelto di tagliare sulle quantità o sulla qualità pur di non sforare il budget. La quota maggiore della spesa complessiva (l’80,7%, pari a 2.222 euro al mese) è destinata a beni e servizi non alimentari.
Tra questi spiccano le spese per ristorazione e alloggio, che segnano un ulteriore aumento del 4,1% e si attestano a 162 euro mensili. È il segnale di un settore che continua a recuperare terreno dopo gli anni della pandemia, anche se con ritmi meno frenetici rispetto al 2023, quando la crescita era stata del 16,5%. Ma la vera faglia si apre tra Nord e Sud, dove i divari territoriali si fanno ancora più evidenti. Nel Nord-Est, la spesa media mensile delle famiglie tocca i 3.032 euro, seguita a breve distanza dal Centro (2.999 euro) e dal Nord-Ovest (2.973 euro). Scendendo lungo la Penisola, le cifre si riducono drasticamente: 2.321 euro nelle Isole e appena 2.199 euro nel Sud, ben al di sotto della media nazionale.
Guardando alle singole regioni, il Trentino-Alto Adige conferma il primato con una spesa media di 3.584 euro, seguito dalla Lombardia con 3.162 euro. Agli ultimi posti si collocano Calabria (2.075 euro) e Puglia (2.000 euro), a testimonianza di un Mezzogiorno ancora penalizzato dal divario economico e occupazionale. Anche la composizione della spesa racconta molto delle abitudini locali. In Lombardia, ad esempio, la quota più alta delle uscite è destinata ai servizi di ristorazione e alloggio, che arrivano al 7,5% del totale, contro una media nazionale del 5,9%. In Trentino-Alto Adige, invece, la voce dominante resta quella legata all’abitazione e ai costi energetici, che assorbono addirittura il 42% della spesa complessiva, a fronte del 35,7% della media italiana.