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Triplici rendimenti rafforzano il debito in valuta locale dei mercati emergenti

di Francesco Lomartire, Head of Intermediary Client Coverage per il sud Europa di State Street Investment Management
 
Triplici rendimenti rafforzano il debito in valuta locale dei mercati emergenti

Il debito in valuta locale dei mercati emergenti (EMD) ha registrato performance eccezionali nel 2025, con un rendimento da inizio anno pari al 13,7% in dollaro statunitense rispetto al 5,3% dei Treasury statunitensi. Tre fattori stanno trainando questa sovraperformance.

Triplo boost per il debito in valuta locale dei mercati emergenti

Il debito in valuta locale dei mercati emergenti (EMD) ha registrato un andamento molto positivo nel 2025. Da inizio anno i rendimenti in dollaro statunitense del Bloomberg EM Local Currency Liquid Government Index sono stati del 13,7%, rispetto al 5,3% dei Treasury statunitensi. Gli astri si sono allineati, con i tre principali driver dei rendimenti che hanno contribuito tutti in modo fortemente positivo. Il rendimento totale di un’obbligazione (o portafoglio) dei mercati emergenti è in gran parte composto da rendimento da cedola + rendimento da prezzo ± rendimento valutario:

Rendimento valutario — la forza del dollaro statunitense è stata una costante spina nel fianco per la performance del debito dei mercati emergenti. Tuttavia, il calo di quasi il -10% del DXY ponderato in base agli scambi da inizio anno ha generato movimenti valutari che sono stati il principale driver della performance, con un +6,29%.

Rendimento da cedola — un’elevata cedola media, poco sotto il 4%, ha portato a rendimenti del 3,61% da inizio anno.

Rendimento da prezzo — le banche centrali dei mercati emergenti hanno tagliato i tassi quest’anno. Il rifiuto della Federal Reserve (Fed) di allentare la politica monetaria ha limitato l’entità del calo dei tassi. I timori che un allentamento monetario eccessivo possa indebolire le valute domestiche e alimentare l’inflazione rendono caute molte banche centrali dei mercati emergenti. Tuttavia, l’aumento dei prezzi delle obbligazioni ha generato rendimenti del 3,3%.

I paesi emergenti possono presentare rischi idiosincratici, ma l’ampiezza geografica dei guadagni è impressionante. Solo la Turchia ha registrato un rendimento negativo da inizio anno, pari ad un marginale -0,28%. Cinque dei 19 paesi inclusi nel Bloomberg EM Local Currency Liquid Government Index hanno realizzato guadagni superiori al 20%.

Cosa succederà ora? La Fed guida il futuro

La performance dell’ultimo trimestre dipende in gran parte dalla politica monetaria della Fed. l mercato sta scontando un taglio di poco inferiore a 70 punti base (pb) entro la fine dell'anno e, a nostro avviso, più o meno lo stesso per il prossimo anno. Ci sono prove concrete che l’economia statunitense stia rallentando e i dati di agosto su PPI e CPI hanno spianato la strada all’avvio di un allentamento a partire da settembre. State Street Investment Management si aspetta 75 bps di tagli nel 2025, il che continuerebbe a indebolire il dollaro statunitense.

L’avvio del ciclo di allentamento monetario della Fed dovrebbe inoltre consentire alle banche centrali EM di riprendere i tagli dei tassi. Il tasso reale, o corretto per l’inflazione, delle banche centrali nell’indice Bloomberg EM Local Currency Liquid Government è in aumento ed è superiore rispetto a quello registrato a inizio anno. Ciò non è dovuto a un aumento dei tassi delle banche centrali (che continuano a privilegiare l'allentamento), ma al calo del CPI. I tassi delle banche centrali, ben al di sopra dei tassi di inflazione, suggeriscono che vi sia spazio per un allentamento della politica monetaria. Una ripresa dell’allentamento monetario da parte della Fed dovrebbe determinare un proseguimento del deprezzamento del dollaro statunitense e consentire alle banche centrali dei mercati emergenti di tagliare i tassi di policy. Ciò sosterrebbe il debito in valuta locale dei mercati emergenti nei prossimi trimestri.

Il problema per molti investitori non statunitensi è che la debolezza del dollaro ha rindebolito i rendimenti. Questa situazione potrebbe persistere, quindi coprire il rischio valutario appare prudente. L’indice Bloomberg EM Local Currency Liquid Government con copertura in euro ha reso l’11,77% da inizio anno (in euro), contro un modesto 0,32% dell’indice non coperto denominato in dollaro statunitense (in termini euro). Gran parte della sovraperformance deriva dall’incorporazione del deprezzamento del dollaro.

Una soluzione EM in valuta forte?

Gli investitori che credono che l’indebolimento del dollaro sia eccessivo e possa correggersi potrebbero preferire l’esposizione in valuta forte ai mercati emergenti. Ma gli spread si trovano su livelli storicamente molto compressi, il che aumenta i rischi di un ampliamento significativo se l’economia statunitense rallenta. Concentrarsi su esposizioni EM di qualità, come l’Arabia Saudita, può aiutare a limitare questi rischi, poiché gli spread dei crediti con un rating migliore tendono ad allargarsi meno durante fasi di avversione al rischio sui mercati.

L’indice J.P. Morgan Saudi Arabia Aggregate Bond Index combina esposizioni in valuta forte e in valuta locale. Il riyal saudita è ancorato al dollaro statunitense, il che comporta un rischio valutario limitato. Inoltre, vi è la prospettiva che la parte in valuta locale di questa esposizione venga inclusa negli indici più ampi di J.P. Morgan. Ciò potrebbe contribuire a un’ulteriore compressione degli spread.

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