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Treni: Confael prende le distanze dallo sciopero perché aumenta solo i disagi per i viaggiatori

 
Treni: Confael prende le distanze dallo sciopero perché aumenta solo i disagi per i viaggiatori
La Confael prende le distanze dagli scioperi dei treni di domani e domenica. Le ragioni della protesta riguardano l’accordo sulla manutenzione della rete, un nervo scoperto negli ultimi mesi su cui occorre fare chiarezza, ma la protesta per il sindacato appare inopportuna e le modalità con cui verrà attuata eccessive. La Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori ricorda infatti che il settore del trasporti ferroviari ha già incrociato le braccia a più riprese negli ultimi mesi, tante mobilitazioni così ravvicinate tuttavia non hanno suscitato la solidarietà degli utenti, anzi al contrario hanno solo aumentato i disagi. Disagi che cresceranno ulteriormente domenica 26, dal momento che - trattandosi di un giorno festivo - non sono previste fasce di garanzia.

“I Sindacati che hanno indetto lo sciopero – osserva Domenico Marrella (nella foto), Segretario Generale della Confael, - intendono protestare contro l’accordo nazionale del 10 gennaio 2024 che altre Sigle hanno sottoscritto con RFI per riorganizzare i processi di manutenzione della rete ferroviaria. È innegabile che il trasporto su rotaia negli ultimi mesi sia fortemente sotto stress, e che tra i principali indiziati ci sia proprio la manutenzione, senza dimenticare i gravi incidenti che troppo spesso hanno coinvolto proprio gli addetti alla manutenzione. Per la Confael la sicurezza dei lavoratori deve essere sempre al primo posto e un fattore da cui partire quando si interviene sulla riorganizzazione dei processi”.

Per il segretario generale della Confael “uno sciopero in questa fase non fa che aumentare i gravi disagi che da mesi stanno subendo i viaggiatori italiani che non ne comprendono le reali ragioni. Il governo invece deve fare chiarezza sui fattori che stanno determinando tanti disagi nell’ultimo periodo, eventualmente costituendo un’apposita Commissione Parlamentare, e se si rivelerà necessario – conclude Marrella - ridiscutere l’accordo di un anno fa”.
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