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Toni restrittivi, decisione espansiva: la Fed accelera verso un taglio dei tassi a dicembre
Erik Weisman, Chief Economist & Portfolio Manager e Kish Pathak, Fixed Income Research Analyst, di MFS Investment Management

Il mercato sconta un taglio di 25 punti base il 10 dicembre. Il motivo principale per concordare con questa valutazione ottimistica del mercato è che la Fed generalmente non ama sconvolgerlo. Eppure, a volte le sorprese capitano. Alla riunione del FOMC di ottobre, contrariamente alle aspettative, il presidente Powell ha frenato le aspettative del mercato relative a un taglio a dicembre, lasciando intendere che il FOMC sia diviso. Ha fatto notare che lo shutdown ha creato molta incertezza nei dati, chiarendo che un taglio a dicembre non fosse affatto garantito.
Da allora, le dichiarazioni dei membri della Fed hanno messo chiaramente in luce le divisioni all’interno del FOMC. Jefferson (vicepresidente del Sistema della Federal Reserve, con diritto di voto), Musalem (St Louis, con diritto di voto), Collins (Boston, membro con diritto di voto), Goolsbee (Chicago, membro con diritto di voto), Kashkari (Minneapolis, membro senza diritto di voto), Hammack (Cleveland, membro senza diritto di voto) e Logan (Dallas, membro senza diritto di voto) hanno assunto posizioni che vanno dall’opposizione a nuovi tagli dei tassi al sostegno di un approccio prudente rispetto a ulteriori riduzioni a causa della scarsità di dati. I verbali della riunione di ottobre, caratterizzati da un orientamento più restrittivo, hanno ulteriormente rafforzato il fronte del no-cut. Dal verbale è emerso chiaramente che il taglio di ottobre, motivato da ragioni di gestione del rischio, è stato una decisione difficile anche per chi lo ha sostenuto. Inoltre, “molti” ritenevano che un taglio a dicembre potrebbe non essere appropriato. Sul fronte opposto, Waller, Miran e Williams hanno sostenuto con forza la necessità di un allentamento monetario a dicembre. È stato proprio il discorso di Williams a convincere definitivamente il mercato, quando ha sostenuto l’idea di un taglio “nel breve termine”. Anche Daly (San Francisco, senza diritto di voto) ha appoggiato una riduzione dei tassi a dicembre verso fine novembre, ribaltando la sua precedente posizione prudente.
Per quanto riguarda i dati macro più recenti, il rapporto sull’occupazione di settembre, sebbene datato, non sostiene la tesi di un taglio dei tassi a dicembre. I dati sull'occupazione non agricola hanno registrato un aumento di circa 100.000 unità a settembre e, sebbene il tasso di disoccupazione sia salito al 4,4%, ciò è avvenuto a causa di un aumento del tasso di partecipazione alla forza lavoro. In linea di massima, la scarsità di dati relativi a ottobre e novembre persisterà fino a ben oltre la riunione del FOMC di dicembre dato che i prossimi dati sul mercato del lavoro e le prossime rilevazioni dell’inflazione (CPI) usciranno rispettivamente il 16 e il 18 dicembre.
In sintesi, la Fed procederà a un taglio nella riunione di dicembre, ma ci saranno probabilmente diversi dissensi e il taglio sarà probabilmente considerato “restrittivo”, con il FOMC che ribadirà un percorso per il 2026 rigidamente dipendente dai dati.