Economia
SOCAR acquisisce Italiana Petroli. Il sole del cambiamento porterà luce o ombre sull’Italia?
di Demetrio Rodinò

SOCAR, la compagnia energetica di Stato dell’Azerbaigian, ha firmato l’accordo per l’acquisizione del 99,82% di Italiana Petroli da API Holding. Si chiude così, dopo oltre novant’anni, la stagione della famiglia Brachetti Peretti (nella foto il presidente Ferdinando Peretti), al timone della storica azienda italiana. L’operazione, in attesa delle necessarie autorizzazioni antitrust e del vaglio sul golden power, non è soltanto una delle più rilevanti transazioni del settore energetico nazionale, è anche il segno tangibile di un mondo che cambia, in cui i confini industriali, culturali e sociali diventano sempre più permeabili.
Il contesto globale in cui matura questa operazione è quello di una trasformazione senza precedenti. Pensiamo alla Cina, all’India. In questo scenario, anche l’Azerbaigian ha saputo reinventarsi, sfruttando le risorse energetiche del sottosuolo, ha prodotto milioni di posti di lavoro, abbattuto l’analfabetismo e conquistato una posizione di crescente rilevanza economica e diplomatica. Non a caso, la Repubblica azera ha persino contribuito al restauro delle catacombe romane dei Santi Pietro e Marcellino, un gesto che lega idealmente Baku alla capitale italiana.
La globalizzazione, criticata e talvolta temuta, non sottrae punti di riferimento ma li moltiplica. Allo stesso tempo, dissolve vecchie configurazioni sociali e ne impone di nuove: il caso di Saman Abbas, giovane pakistana uccisa perché rifiutava un matrimonio combinato, testimonia lo scontro tra tradizioni ancestrali e modernità quando queste ultime entrano in contatto con modelli sociali diversi.
Dentro questa cornice si colloca l’ingresso di SOCAR in Italiana Petroli. La società azera ha assicurato continuità gestionale e salvaguardia occupazionale, ribadendo che tutela ambientale e investimenti resteranno centrali nella strategia per il mercato italiano. API Holding, dal canto suo, ha sottolineato come la scelta dell’acquirente sia stata dettata dalla solidità industriale e dal profilo istituzionale di SOCAR, in grado di garantire a IP non solo stabilità ma anche una proiezione più internazionale .
Eppure, oltre le rassicurazioni, rimane il valore simbolico di questa cessione. Un campione industriale nazionale passa sotto controllo straniero, e il tema della sovranità industriale ritorna centrale. L’Italia, storicamente patria di marchi e competenze apprezzate a livello globale, rischia di perdere pezzi significativi del proprio tessuto strategico. Ma può anche trasformare queste operazioni in opportunità, a patto di saper valorizzare il marchio Italia non come semplice etichetta, bensì come asset competitivo da custodire nelle aziende più strategiche.
Il sole del cambiamento illumina ogni angolo del pianeta e nessuno sfugge alla sua luce. L’Italia, crocevia naturale del Mediterraneo, può ancora essere protagonista dell’Occidente e del mondo. A condizione, però, di non smarrire il legame tra identità nazionale e vocazione internazionale, e di difendere con lucidità e visione quei settori che rappresentano non solo valore economico ma anche simbolo del nostro posizionamento globale.