Politica

Qual è la vera Italia? Quella raccontata da Giorgia Meloni agli americani o quella che viviamo quotidianamente?

di Demetrio Rodinò
 

La platea era quella fisicamente lontana - ma ideologicamente vicinissima - della convention dei conservatori statunitensi, cui hanno dato il loro contributo i rappresentanti del sovranismo di mezzo mondo. Per questo, dopo avere ascoltato il discorso in inglese, pronunciato con un collegamento video (con un inciampo finale, una chiosa in romanesco non accorgendosi che il microfono era ancora aperto), dal nostro presidente del Consiglio, ci siamo chiesti, noi, da italiani, se Giorgia Meloni, per ''presentarsi'' ai conservatori a stelle e strisce, non abbia ecceduto in ottimismo che, come si sa, spesso non coincide con la realtà

Perché, parlando dell'Italia, Meloni ha detto che "il nostro Governo sta lavorando senza sosta per restituire all'Italia il posto che merita sullo scenario internazionale. Stiamo riformando, modernizzando e reclamando il nostro ruolo di leader globale. Noi vogliamo costruire un’Italia che torni, di nuovo, a stupire il mondo". Ora, se il presidente del consiglio si fosse limitata a dire questo, saremmo rimasti nell'ottica della accettabile propaganda, del dire generico ''quanto siamo stati bravi", senza scendere molto nei particolari, che rischiano di essere insidiosi.

Ed invece a Giorgia è partito un colpo d'acceleratore, quando era meglio rallentare o, al massimo, restare nell'abito di una narrazione il giusto celebrativa. No, non ce l'ha fatta e anzi, sempre sorridendo alla platea virtuale, ha detto - citiamo testualmente -, riferendosi al racconto che, a suo dire, fa la sinistra: "La realtà è che l’Italia sta crescendo. I dati sull'occupazione sono i più alti di sempre, la nostra economia sta crescendo, le politiche fiscali sono di nuovo sul binario giusto, gli sbarchi illegali sono calati del 60% nell'ultimo anno. E, cosa ancor più importante, stiamo rafforzando la libertà in ogni ambito della vita degli italiani".

Non è questa la sede per una contestazione nel merito, però qualcosa la dobbiamo pure dire, almeno per cercare di riportare alla realtà chi avesse ascoltato, dagli Stati Uniti, il racconto dell'Italia felix fatto dal nostro presidente del consiglio. Che ha raccontato un Paese basandosi, evidentemente, su dati e percentuali, che sono aridi perché mancano dell'elemento soggettivo, quello delle persone che stentato a tirare avanti e alle quali i proclami dei politici della maggioranza (quella di oggi, così come del passato) suonano come una presa per i fondelli.

Perché il racconto dell'Italia come se fosse la Contea dove abitavano Frodo e i suoi amici cozza con una realtà fatta di bollette che crescono, di fabbriche che chiudono, di professionalità ed intelligenze costrette a cercare altrove spazio, di contratti di lavoro capestro.

Forse il dato più oggettivo è quello del calo degli sbarchi, ma, come la storia recente insegna, è un fenomeno che vive di cicli e quindi non è il caso di festeggiare più di tanto. Verrebbe poi chiedersi cosa poi Giorgia Meloni intenda come rafforzamento della libertà degli italiani in ogni ambito. Perché se si tiene tanto alla libertà, si sa benissimo che essa passa per il rispetto dell'informazione che ha le sue regole e che, sottostando alla Legge, sa anche a cosa va incontro se la viola. 

Recenti modifiche alle modalità di pubblicazione di atti giudiziari sono, più che nuove regole, un modo per silenziare chi dissente o anche soltanto chi vuole raccontare la sua verità, che se falsata va incontro a giuste punizioni. 

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