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Piazza Affari chiude in calo tra tensioni geopolitiche e stacchi cedola, pesa il rischio guerra in Medio Oriente

di Luca Andrea
 
Piazza Affari chiude in calo tra tensioni geopolitiche e stacchi cedola, pesa il rischio guerra in Medio Oriente
Giornata in rosso per Piazza Affari, che guida i ribassi tra le Borse europee appesantita dallo stacco dividendi di diverse big e dall’ombra lunga delle tensioni geopolitiche internazionali. Il FTSE MIB archivia la seduta con una perdita dell’1,00%, scendendo a quota 33.648 punti, mentre l’indice All-Share cede l’1,01% a 41.222 punti. Male anche il FTSE Mid Cap (-1,2%) e lo Star (-1,13%), in una seduta in cui hanno prevalso le vendite su tutto il listino.

Il contesto globale è tornato a farsi incandescente. L’attacco statunitense all’Iran nel fine settimana ha riacceso i timori, con Teheran che minaccia la chiusura dello Stretto di Hormuz. Lo scenario bellico, già aggravato dalla guerra in Ucraina, è ulteriormente alimentato dalla decisione dei Paesi NATO di innalzare l’obiettivo di spesa militare al 5% del PIL, su pressione di Donald Trump. Una svolta che spinge le Borse europee alla prudenza e riaccende la volatilità.

In questo quadro incerto, anche gli altri listini continentali arrancano. Parigi chiude in calo dello 0,69%, Francoforte arretra dello 0,35%, mentre Londra limita le perdite a -0,19%. Milano, tuttavia, si conferma la peggiore tra le principali piazze europee.

Sui mercati valutari, l’euro resta stabile contro il dollaro, scambiando a quota 1,155. Lieve il movimento dell’oro (+0,52%), mentre il petrolio arretra dello 0,69%, dopo il rally iniziale innescato dai timori sulle forniture mediorientali.

Sul fronte dei titoli di Stato, lo spread tra BTP e Bund tedeschi resta invariato a 94 punti base, con il rendimento del decennale italiano che si mantiene al 3,41%. I mercati obbligazionari sembrano al momento immuni alla nuova fiammata geopolitica.
A Piazza Affari, il clima da risk-off penalizza soprattutto i titoli industriali e finanziari. Tra le blue chip si salvano solo alcune utility: A2A chiude in rialzo dell’1,37%, seguita da Enel (+1,16%), Inwit (+0,88%) e Italgas (+0,71%).

Sul fronte opposto, pesanti i cali per Azimut (-2,63%), Iveco (-2,54%) e Telecom Italia (-2,42%). Giù anche Banca Popolare di Sondrio, che lascia sul terreno il 2,22%. Tuttavia, su buona parte del paniere principale ha inciso lo stacco cedola, che ha influito negativamente sugli indici senza necessariamente segnalare un deterioramento dei fondamentali.

Nel segmento MidCap spiccano le performance positive di Technoprobe (+3,32%), Juventus (+1,88%), Anima Holding (+1,68%) e Ascopiave (+1,53%). Le peggiori invece sono Comer Industries (-7,81%), D’Amico (-3,31%), Ferretti (-2,74%) e Fincantieri (-2,71%), tutte penalizzate dal clima di avversione al rischio e da prese di beneficio.

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