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Piazza Affari chiude in calo mentre Stellantis e Ferrari guidano le Blue Chip

Seduta in chiaroscuro per le Borse europee. A Piazza Affari il FTSE MIB ha chiuso in flessione dello 0,39%, penalizzato da prese di profitto e da un comparto bancario debole, mentre alcuni titoli industriali di punta hanno mostrato segni di vitalità, come Stellantis e Ferrari.
Oltre a Stellantis (+3,09%) e Ferrari (+2,21%), si distingue anche Leonardo (+2,69%), sostenuta dai riflessi delle decisioni del vertice NATO all’Aia, dove è stato concordato l’aumento della spesa per la difesa al 5% del PIL. Bene anche Telecom Italia, che guadagna l’1,61%.
Sul fronte opposto, si segnalano le vendite su STMicroelectronics (-1,90%), Recordati (-1,75%), Buzzi (-1,69%) e Unicredit (-1,56%), quest’ultima penalizzata dal clima di incertezza che grava sul settore bancario europeo, soprattutto dopo il caso Madrid.
Tra i titoli a media capitalizzazione, spicca Alerion Clean Power (+4,66%), seguita da GVS (+4,65%) e RCS (+4,33%). Ottima anche Fincantieri (+2,94%). Crolla invece Philogen (-14,18%), mentre Moltiply Group perde il 6,90%. Male anche The Italian Sea Group (-3,01%) e SOL (-2,22%).
Il FTSE Italia Mid Cap chiude in calo dello 0,45%, mentre il FTSE Italia Star scivola dello 0,54%.
Il vertice NATO ha dominato la scena geopolitica: i leader dell’Alleanza hanno rinnovato il loro “ferreo impegno” per la sicurezza collettiva, ma resta incerto il percorso di attuazione degli obiettivi di spesa. Donald Trump, in conferenza stampa finale, ha lanciato nuove stoccate, in particolare contro la Spagna, minacciando dazi commerciali più severi. Non a caso, la Borsa di Madrid ha registrato una netta flessione, aggravata dalle tensioni sulla fusione tra BBVA e Sabadell.
Nel resto d’Europa, Francoforte ha chiuso poco sotto la parità, Londra ha perso lo 0,46% e Parigi lo 0,76%.
Lo spread BTP-Bund resta fermo a 88 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,41%. Sul fronte valutario, l’euro si mantiene stabile sul dollaro (+0,09%). L’oro resta attorno ai 3.325 dollari l’oncia, mentre il petrolio WTI guadagna l’1,53%, sostenuto da dinamiche di offerta.
A Wall Street, l’S&P 500 prosegue la seduta con cautela, restando sostanzialmente invariato.