Economia

Per Bankitalia i dazi Usa hanno creato un contesto di incertezza eccezionalmente elevata, rischi sulla crescita

di Luca Andrea
 
Per Bankitalia i dazi Usa hanno creato un contesto di incertezza eccezionalmente elevata, rischi sulla crescita
I dazi Usa hanno creato un contesto di incertezza eccezionalmente elevato, con l'attività economica che mostra segni di rallentamento. Lo afferma la Banca d'Italia nell'ultimo bollettino economico, aggiungendo che il drastico aumento dei dazi annunciato dagli Usa determina "una netta cesura rispetto alle politiche adottate finora, che potrebbe avere ripercussioni pesanti sull'economia globale e sulla cooperazione internazionale".

Anche il Pil italiano sta mostrando, nei primi mesi del 2025, una crescita moderata. Secondo la banca centrale, anche se l'attività economica è stata sostenuta dalla dinamica dei consumi,  a sua volta favorita dalla tenuta dell'occupazione e dall'incremento delle retribuzioni, rimane debole l'andamento degli investimenti in beni strumentali, anche a causa del basso grado di utilizzo della capacità produttiva e di condizioni di finanziamento ancora restrittive. L'attività è stata sostenuta dai servizi; la manifattura ha segnato un lieve miglioramento, ma, avverte Bankitalia, in prospettiva potrà subire le ripercussioni dei nuovi dazi e, più in generale, dell'instabilità del contesto internazionale. Nelle costruzioni, lo stimolo fornito dalla progressiva realizzazione delle opere del Pnrr ha compensato la riduzione nel comparto abitativo, conseguente al venire meno dei generosi incentivi alla riqualificazione degli immobili residenziali.

Le previsioni di crescita per quest'anno, ridotte allo 0,6%, arrivando allo 0,8% nel prossimo anno e allo 0,7% nel 2027, diffuse dalla Banca d'Italia il 4 aprile scorso, avverte infine Palazzo Koch, tengono sì conto degli effetti dei dazi Usa annunciati il 2 aprile scorso, ma non tiene conto degli impatti di eventuali misure ritorsive, delle possibili conseguenze sui mercati internazionali, della temporanea e parziale sospensione annunciata il 9 aprile. Il Pil sarà frenato dalla domanda estera per effetto dei dazi; sarà invece sostenuto dall'espansione dei consumi, favorita dal buon andamento dei redditi reali. Gli investimenti beneficeranno delle misure del Pnrr, ma saranno penalizzati dall'incertezza connessa con le tensioni commerciali, oltre che dagli effetti del venir meno degli incentivi all'edilizia residenziale. Bankitalia valuta che l'inflazione si manterrà su valori intorno all'1,5 per cento sia nel 2025 sia nel 2026, per salire al 2 nel 2027.

Su queste prospettive, conclude Bankitalia, grava la possibilità di ricadute più accentuate dell'inasprimento delle politiche commerciali. La crescita potrebbe risentire in modo particolarmente pronunciato di eventuali misure ritorsive, di ulteriori aumenti dell'incertezza, nonché di tensioni prolungate sui mercati finanziari, da cui potrebbero derivare un forte rallentamento della domanda estera e un deterioramento della fiducia di famiglie e imprese.
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