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Payden & Rygel - Chart of the Week - La stagione dell'inflazione

 
L’ultimo dato dell’inflazione core negli Usa, pubblicato la scorsa settimana, è stato il più alto dallo scorso marzo, portando gli investitori obbligazionari, già preoccupati per la nuova accelerazione dei prezzi, a prevedere un solo taglio dei tassi per il 2025. Ampliando la prospettiva, però, notiamo che negli ultimi due anni l’inflazione core ha spesso registrato valori elevati nel primo trimestre per poi diminuire con il procedere dei mesi. All’inizio dell’anno, infatti, le imprese possono adeguare i prezzi, gonfiando i dati dell’inflazione, e i fattori di correzione stagionale potrebbero non aver colto il cambio di passo del post-Covid. In secondo luogo, i prezzi relativi alle abitazioni potrebbero raffreddarsi con un certo ritardo, come conseguenza del calo dei nuovi canoni di locazione. Infine, se si escludono i servizi abitativi, il 60% dell’aumento dei prezzi relativi ai servizi in gennaio è riconducibile ai trasporti, una circostanza che difficilmente si ripeterà. Per questi motivi, potremmo assistere a un’ulteriore moderazione dell’inflazione nel corso del 2025, come già accaduto negli ultimi due anni. Crediamo che, per quanto l'aumento dell'inflazione core nel primo trimestre possa portare a un rinvio della prossima mossa della Fed, sia prematuro concludere che l'inflazione si sia ripresa e che i policymaker abbiano finito coi tagli.
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