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Payden & Rygel - Chart of the Week - Cina vs Giappone

 
In teoria, i rendimenti obbligazionari riflettono la saggezza collettiva di come i mercati vedono il presente e il futuro di un Paese. Recentemente, il rendimento dei titoli di Stato cinesi a 30 anni è sceso al di sotto di quello del loro corrispettivo giapponese. Un avvenimento degno di nota per due motivi: anzitutto il Giappone ha vissuto un ventennio all’insegna della deflazione, per cui l'aumento dei rendimenti riflette l’eventualità di una ripresa dell’economia. In secondo luogo, la Cina rischia di entrare in deflazione (con l'IPC che è stato vicino allo 0% per 18 mesi). La flessione del mercato immobiliare cinese rallenta l’economia e alimenta il pessimismo degli investitori, lasciando intendere che il Dragone potrebbe seguire la strada già battuta dal Giappone con il boom e la crisi degli anni Ottanta. Un crollo della crescita cinese rappresenterebbe una cattiva notizia, dato che il PIL reale pro capite della Cina è solo la metà di quello nipponico e solo il 60% di quello del Giappone degli anni '90. C'è però una buona notizia: questa settimana Pechino ha comunicato che il PIL del quarto trimestre 2024 è aumentato del 5,4% su base annuale. Un altro dato che emerge dal grafico è che con i rendimenti più bassi, la Cina potrebbe approfittare del costo del debito più contenuto ed emettere più debito pubblico a lungo termine.
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