Via libera condizionato dell’Unione Europea all’Offerta Pubblica di Scambio (OPS) di UniCredit su Banco BPM. La Commissione europea ha approvato l’operazione a patto che vengano cedute 209 filiali nel Nord Italia, ritenute necessarie per evitare concentrazioni eccessive e garantire la concorrenza nei mercati locali dei depositi e dei prestiti.
Con la scadenza del periodo di sospensiva disposto dalla Consob, prevista per venerdì 21 giugno, UniCredit ha annunciato la riapertura dell’adesione in Borsa a partire da lunedì 23 giugno. Ma sull’operazione continua a pesare l’incognita del Golden Power e delle riserve sollevate dal governo italiano, che l’amministratore delegato Andrea Orcel non esclude possano portare al ritiro dell’offerta.
L’indagine della Commissione UE ha rilevato che l’unione tra UniCredit e Banco BPM determinerebbe problemi concorrenziali in 181 aree locali, dove l’integrazione genererebbe una “sovrapposizione orizzontale” nei servizi bancari al dettaglio e per le piccole e medie imprese. Per risolvere queste criticità, UniCredit si è impegnata a cedere 209 sportelli, misura giudicata sufficiente a rimuovere ogni ostacolo all’approvazione.
Su scala regionale e nazionale, Bruxelles non ha invece riscontrato rischi significativi di concentrazione o di coordinamento tra operatori, lasciando quindi spazio alla prosecuzione dell’OPS, seppure con i vincoli imposti.
Il blocco imposto da Consob ha congelato per 30 giorni il processo di adesione all’OPS. Con la scadenza del periodo prevista il 21 giugno, UniCredit riaprirà le adesioni da lunedì 23 giugno. È previsto un aggiornamento della documentazione tramite supplemento al prospetto e al documento d’offerta, previa approvazione della Consob. Gli investitori che avevano già aderito all’offerta potranno esercitare il diritto di recesso nei tempi previsti dalla legge.
Nonostante l’ok europeo, l’offerta rimane appesa a un filo. L’ad di UniCredit Andrea Orcel, intervistato oggi da la Repubblica, ha ribadito che l’operazione è ostacolata da “resistenze politiche” che nulla hanno a che fare con la sicurezza nazionale. “Se non riusciremo a risolvere, come è probabile, ci ritireremo”, ha dichiarato il manager, specificando che il ricorso al TAR avviato dalla banca ha solo finalità di tutela giuridica nei confronti del CdA e degli azionisti.
Orcel ha anche lanciato un messaggio a Banco BPM, sottolineando che, in caso di fallimento dell’OPS, l’istituto dovrà dimostrare di saper remunerare adeguatamente i suoi azionisti, compreso Credit Agricole, già azionista con una quota vicina al 20% e destinata, forse, a salire.
Ieri, nel corso dell’evento Young Factor a Milano, Orcel ha denunciato l’arretratezza dell’Europa sull’Unione Bancaria: “BBVA in Spagna ha gli stessi problemi che abbiamo noi su BPM in Italia e su Commerzbank in Germania. Non è una questione transfrontaliera. In questo momento i governi hanno una visione diversa da chi fa M&A, ed è importante capirlo. È una lezione per tutti”.
Sulla decisione della Commissione europea e sui temi antitrust relativi all’OPS di UniCredit, Giuseppe Castagna, AD Banco BPM, ha così commentato:
“Prendiamo atto della decisione di oggi della Commissione Europea; come sempre non entriamo nel merito delle decisioni delle Autorità, ma esprimiamo la nostra preoccupazione per le conseguenze dell’operazione sul modello di business adottato dalla nostra banca, vicino da sempre all’economia reale e alle imprese e famiglie dei nostri territori.
Come rilevato da imprenditori, associazioni di categoria, sigle sindacali e amministratori locali, la cessione di 209 filiali in alcune delle aree territoriali più rilevanti del Paese dove opera il nostro gruppo potrebbe avere delle ricadute anche significative sull’erogazione dei servizi alla clientela oltre che occupazionali.
Ricordiamo infine che si tratta di un’autorizzazione regolamentare che nulla ha a che vedere con l’esito finale dell’OPS che continuiamo a ritenere sia caratterizzata da un’offerta non adeguata, che non riconosce alcun premio, che è sempre stata a sconto e che crea valore solo per gli azionisti UniCredit a discapito dei nostri azionisti. A tal fine, si segnala che all’ultimo giorno prima della sospensione dell’offerta, le adesioni si attestavano a circa lo 0,0180%.”