Esteri

Nepal. Strage di manifestanti, a Katmandu, durante la protesta dei giovani della "Generazione Z"

di Diego Minuti
 
Nepal. Strage di manifestanti, a Katmandu, durante la protesta dei giovani della 'Generazione Z'

Si è conclusa con una strage la manifestazione di protesta, a Katmandu, capitale del Nepal, dei giovani della ''Generazione Z'', che chiedono la fine della corruzione e la rimozione dei veti sull'accesso ai social.

Secondo le prime notizie, sono almeno tredici per persone morte, quasi tutte per ferite d'arma da fuoco alla testa ed al torace.

Fonti sanitarie della capitale hanno comunque avvertito che il bilancio delle vittime potrebbe aumentare ulteriormente, con quasi quattro dozzine di manifestanti - alcuni dei quali in gravi condizioni.

Gli scontri sono scoppiati nell'area di New Baneshwar quando i manifestanti, eludendo il coprifuoco imposto dalle autorità, hanno abbattuto le barricate della polizia che cercava di impedire loro di marciare sull'edificio del Parlamento.

Alcuni dei manifestanti sono comunque riusciti ad accedere alle strutture parlamentari, innescando una risposta da parte della polizia, che ha fatto ricorso a cannoni ad acqua, gas lacrimogeni e, riferiscono i testimoni, anche armi da fuoco.

Gli attivisti della cosiddetta "Generazione Z" sono scesi in piazza per protestare contro il divieto del governo su 26 piattaforme di social media non registrate, tra cui Facebook, Instagram e X.

I manifestanti, che portavano striscioni che condannavano la corruzione, considerano il blocco "un attacco diretto alla libertà di espressione".

Le proteste sono guidate da migliaia di giovani nepalesi di età compresa tra i 15 e i 28 anni, che hanno utilizzato i social media come canale principale per organizzare e criticare il governo.

L'innesco delle mobilitazioni è stata la decisione del governo di ordinare all'Autorità per le Telecomunicazioni di impedire l'accesso a tutte le piattaforme che non erano registrate presso le autorità locali, come richiesto da una nuova direttiva.

Per giorni i giovani hanno protestato online con gli hashtag "#NepoKid" e "#NepoBabies" per denunciare una cultura del nepotismo e del clientelismo in cui, secondo loro, le opportunità lavorative e politiche si ereditano piuttosto che guadagnarsi per merito.

Questa non è la prima volta che il Nepal si scontra con le Big Tech. Nel novembre 2023, il paese ha vietato TikTok per il suo "impatto negativo sulla società", anche se ha revocato il divieto nove mesi dopo, una volta che la società cinese ha completato la sua registrazione ufficiale, stabilendo un precedente per l'attuale regolamentazione.

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