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Mercato privato delle costruzioni: primi segnali negativi e prospettive preoccupanti

di CNA
 
Mercato privato delle costruzioni: primi segnali negativi e prospettive preoccupanti
Come ampiamente previsto, la recente legge di bilancio, con il ridimensionamento delle aliquote di incentivazione per i bonus edilizi, sta avendo effetti significativi e negativi sul mercato privato delle costruzioni. Le prime evidenze di contrazione emergono dal monitoraggio della massa salari all’interno del sistema bilaterale del settore, che registra già i primi dati con il segno “meno” davanti, confermando le preoccupazioni.

A peggiorare il quadro, la legge di bilancio non si è limitata a ridurre le aliquote di incentivazione, ma ha introdotto nuovi e più restrittivi meccanismi di detrazione basati su reddito e composizione del nucleo familiare. Questi criteri, uniti alla scarsa attenzione agli interventi sulle parti comuni dei condomini, stanno generando incertezza tra gli operatori e i committenti. Da un lato, le famiglie faticano a valutare quale sarà effettivamente il beneficio economico prima di avviare i lavori; dall’altro, gli interventi sui condomini, indispensabili per migliorare l’efficienza degli immobili più energivori, rischiano di essere trascurati.

I recenti indici di produzione delle costruzioni diffusi dall’ISTAT, che riportano un segno positivo, non rappresentano il presente. Quei dati si riferiscono agli ultimi mesi del 2024, quando le imprese si sono affrettate a completare i cantieri in corso prima della riduzione degli incentivi. Oggi, invece, la realtà è ben diversa, e il settore si sta confrontando con una contrazione reale e con prospettive tutt’altro che rosee.

Le micro e piccole imprese, che rappresentano il cuore pulsante del mercato privato delle costruzioni, sono le più esposte a questa crisi. Senza misure correttive adeguate e tempestive, molte rischiano di non poter affrontare l’inevitabile calo della domanda e l’incertezza normativa.

Il monitoraggio del sistema bilaterale ha già lanciato un segnale d’allarme: la situazione non può essere ignorata. Il rischio è di compromettere non solo il futuro delle imprese, ma anche il percorso di sostenibilità energetica e di messa in sicurezza del nostro Paese.
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