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Massimo Trabattoni: mercati e azionario italiano: quali sono i settori trainanti per il 2025?

 
Nel mese di gennaio i principali indici azionari globali hanno mostrato performance generalmente positive: il Ftse Mib ha guadagnato il 6,3%, lo Stoxx Europe 600 il +5,1%, l’S&P 600 il +3,4% e il Nasdaq il +2,4% in valuta locale (total return).

La reporting season di fine anno è alle porte e le società degli indici azionari italiani si apprestano a presentare i risultati del quarto trimestre 2024 e a fornire la guidance per il 2025. Le indicazioni strategiche delle aziende saranno fondamentali per valutare la tenuta dell’economia e le aspettative future.

Con l’inizio del nuovo anno, il focus degli investitori si concentra principalmente sul settore finanziario, che ha un peso significativo sull’andamento del Ftse Mib. Sarà fondamentale monitorare due aspetti: l'evoluzione del margine d'interesse, in un contesto di tassi in calo ma con un ritmo meno sostenuto rispetto al 2024, e i possibili scenari di consolidamento, con operazioni di M&A che stanno vivacizzando il settore. Tra queste, si segnalano i tentativi di UniCredit di acquisire Banco BPM in Italia e Commerzbank in Germania, oltre alla recente offerta di acquisto di Mediobanca da parte di Monte dei Paschi.


Il comparto automotive, soprattutto quello europeo, affronta un periodo complesso dovuto ai cospicui investimenti richiesti per il raggiungimento dei target di produzione di veicoli elettrici, necessari per rispettare le normative europee sulla riduzione delle emissioni di CO2. Tuttavia, la domanda di auto elettriche rimane debole a causa della scarsità di incentivi adeguati. Gli investitori osserveranno con attenzione l’evoluzione di questa dinamica e la possibilità di ottenere una posticipazione dei target regolatori.

 
Nel settore del lusso, gli analisti guardano con attenzione alla ripresa del mercato cinese, che ha pesato negativamente negli ultimi anni e all’eventuale normalizzazione dei consumi negli Stati Uniti, dopo il rallentamento osservato nei mesi antecedenti alle elezioni presidenziali. Sarà inoltre importante valutare l’andamento dei volumi di vendita, considerato che negli anni scorsi la crescita è stata trainata principalmente dagli aumenti dei prezzi. Con l'inflazione in calo, un ritorno a una crescita dei volumi potrebbe rappresentare un elemento chiave per il 2025.

 
L’insediamento del presidente Trump alla Casa Bianca potrebbe rappresentare una spinta per il settore della difesa, grazie a un aumento della spesa militare previsto dalla nuova

amministrazione. Sebbene l’obiettivo del 5% del PIL destinato alla difesa sembri più una provocazione, considerando che molti Paesi della NATO faticano a raggiungere il 2%, il settore potrebbe comunque beneficiare di una maggiore attenzione a questo tipo di politiche. Tuttavia, si prevede prudenza nel settore, considerando anche il ruolo di Trump come mediatore in crisi geopolitiche come quelle di Gaza e Ucraina. Parallelamente, il settore dei servizi petroliferi potrebbe beneficiare del minor interesse per le tematiche “green”, che sembrano avere una priorità ridotta nell’agenda presidenziale, a discapito delle energie rinnovabili.
 

Anche nel 2024, le small e mid cap hanno registrato una performance inferiore rispetto alle società a grande capitalizzazione. Tuttavia, il 2025 potrebbe segnare un’inversione di tendenza per due motivi principali: il miglioramento dei dati macroeconomici in un contesto di tassi di interesse in calo e un rinnovato interesse per questa asset class, soprattutto grazie ai flussi di investimento verso le small cap americane e, di riflesso, quelle europee. Questi movimenti potrebbero essere supportati da politiche volte a favorire l’economia domestica statunitense.
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