Manuale del perfetto idiota sentimentale

Ci sono uomini che spariscono nel nulla perché rapiti dall’ansia, altri perché rapiti dall’amante. Poi c'è Ryan Borgwardt, 45 anni, Wisconsin, che ha deciso di sparire e basta. Non con un banale messaggino “non sei tu, sono io”, ma con un colpo di teatro degno di un’operetta: un kayak rovesciato, un documento d’identità lasciato come confetto al banchetto e il Green Lake che diventa improvvisamente il set di “CSI: Pesci Gatto Edition”. Per 58 giorni, la polizia americana ha frugato sotto l’acqua convinta di dover recuperare un cadavere. Lui, intanto, volava a Parigi, poi in un imprecisato “Paese dell’Asia” (definizione geografica che sa tanto di: “Amore, vado a comprare le sigarette… in Asia”) e infine in Georgia, quella ex sovietica. Tutto per raggiungere la sua dulcinea: una donna uzbeka conosciuta online.

Quando si dice il potere del Wi-Fi. Dopo 89 giorni di idillio clandestino, però, la favola si è chiusa con un sipario piuttosto prosaico: il signor Borgwardt è stato rintracciato e riportato a casa. Non da Cupido, ma dagli agenti. E qui il colpo di genio del tribunale: 89 giorni di carcere. Un giorno dentro per ogni giorno di fuga. Giustizia poetica o sadismo con senso estetico? A voi la scelta. Aggiungiamo anche 30mila dollari di multa per aver fatto dragare il lago a vuoto, più tre figli rimasti a chiedersi perché il papà preferisse fingersi annegato piuttosto che dire “mi sono innamorato di un’altra”. E la moglie? Dopo ventidue anni di matrimonio, quattro mesi di riflessione e un marito zombie tornato dall’oltretomba con la fedina penale sporca, ha chiesto il divorzio, con la calma glaciale di chi sa che la vendetta migliore è una firma dal giudice. Morale della favola, si fa per dire: quando l’amore finisce, non serve evocare Shakespeare o Molière. Basta un avvocato divorzista. Costa meno di una fuga intercontinentale, non lascia alghe tra i capelli della polizia e non ti fa passare alla storia come il protagonista di “Manuale del perfetto idiota sentimentale”.