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MUFG Bank: Outlook sulle Commodity per il 2025

 
I notevoli cambiamenti di rotta nelle politiche commerciali, energetiche, fiscali e relative all’immigrazione degli Stati Uniti, sotto un mandato “trifecta” di governo Trump 2.0, sono inflazionistiche. Le commodity fungono da copertura critica contro l'inflazione, poiché gli asset fisici hanno storicamente offerto forti rendimenti reali quando l’inflazione aumenta, mentre i rendimenti reali azionari e obbligazionari tendono a essere negativi. Questo rafforza il ruolo di diversificazione che le commodity offrono nell’allocazione di portafoglio, in presenza tre shock inflazionistici centrali indotti da Trump: (1) uno shock positivo della domanda; (2) uno shock negativo dell'offerta; e (3) shock legati alla perdita di credibilità delle banche centrali o alle dinamiche geopolitiche.

Raccomandiamo un approccio selettivo sulle commodity nel 2025, considerando le differenze nei fondamentali:

. Energia (da neutrale a ribassista): Per il petrolio, un surplus irrisolto e un’elevata capacità inutilizzata sono fattori ribassisti, ma duplici rischi di coda di un breakout del nostro range di 65-80 dollari/barile legati a dazi indotti da Trump e/o incertezze geopolitiche restano rilevanti. Per il gas naturale, i ritardi nell’avvio dei progetti di fornitura di GNL negli USA hanno fatto scendere le nostre previsioni di un calo dei prezzi del gas sia negli USA che in UE al 2026.

- Metalli di base (neutrale-rialzista): Movimento laterale nel breve termine a causa dei premi per il rischio legati ai dazi, in attesa di stimoli reattivi rialzisti dalla Cina e della domanda strutturale legata alla transizione verde.

- Metalli preziosi (rialzista): L’incrollabile mercato toro dell’oro rimane la nostra convinzione più costruttiva per il secondo anno consecutivo, rafforzata da una combinazione di fattori legati alla “paura” (copertura geopolitica di prima scelta) e alla “ricchezza” (domanda delle banche centrali dei mercati emergenti).

- Agricoltura (neutrale): Il commercio statunitense, la politica estera, gli sviluppi geopolitici più ampi e un’incerta evoluzione del fenomeno La Niña amplificheranno la volatilità, ma una base di scorte basse limita i rischi di ribasso dei prezzi.

Sulla base della nostra posizione selettiva sulle commodity per il 2025, proponiamo:

Posizione long sull’oro: la domanda proveniente da istituzioni finanziarie e monetarie, investitori e speculatori, favorita dai tagli della Fed statunitense, dall’incertezza sulle politiche USA e dalle crescenti tensioni geopolitiche, offre un ingresso interessante per una posizione long sull’oro.

Posizione long/short sul petrolio: valutazioni basse e rischi di offerta dall’Iran alimentano un potenziale rialzo dei prezzi del petrolio nel breve termine, mentre l’elevata capacità inutilizzata e il rischio di escalation dei dazi rappresentano rischi di ribasso per i prezzi fino al 2026.

Posizione short sul gas – Prevediamo che l’imminente ondata di offerta globale di GNL farà scendere i prezzi del gas naturale in UE e USA al di sotto dell’economia della lignite per gestire lo stoccaggio (non ancora riflesso nei prezzi a termine odierni).
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