Economia

La spesa pubblica rivela l’anima dei Paesi Ocse: istruzione, sanità e difesa fotografano le priorità dei governi

di Demetrio Rodinò
 
La spesa pubblica rivela l’anima dei Paesi Ocse: istruzione, sanità e difesa fotografano le priorità dei governi
Dall’istruzione alla difesa, dalla sanità alla protezione sociale, il nuovo rapporto Government at a Glance dell’Ocse mette in luce come ogni Paese industrializzato imposti la propria spesa pubblica secondo scelte che riflettono priorità politiche, culturali ed economiche ben distinte. Un’analisi che, attraverso il peso percentuale del Pil destinato ai principali comparti, offre uno spaccato della visione strategica degli Stati aderenti.

La Svezia guida la classifica dei Paesi Ocse per investimenti pubblici in istruzione, con una spesa pari al 7,2% del Pil. Seguono Belgio, Estonia e Finlandia, tutti oltre il 6%. L’Italia si attesta al 3,9%, sotto la media Ocse del 4,9%, a conferma delle difficoltà strutturali del nostro sistema formativo. Anche la Germania (4,5%) resta sotto i livelli ottimali, mentre la Francia raggiunge il 5%.

In uno scenario globale segnato da tensioni e conflitti, la spesa per la difesa si conferma voce chiave nei bilanci di diversi governi. Israele è nettamente in testa con un 6,1% del Pil dedicato al comparto militare, triplicando la media Ocse del 2,2%. Seguono Lettonia (3,1%) e Stati Uniti (3%). L’Italia, invece, è al 1,2%, dietro Francia (1,8%) e Germania (1,1%), ben lontana dall’obiettivo Nato del 2% che verrà riconsiderato al vertice della prossima settimana.

Interessante notare come alcuni Paesi mantengano una postura dichiaratamente pacifista: Costa Rica segna addirittura 0% di spesa per la difesa, seguito da Islanda (0,1%) e Lussemburgo (0,5%).

La Colombia sorprende nel settore sanitario, spendendo l’11,3% del Pil, seguita dagli Stati Uniti con il 10,1%, nonostante i ben noti squilibri del loro sistema. L’Italia investe il 6,5%, sotto la media Ocse dell’8,4%, mentre Francia e Germania superano rispettivamente l’8,9% e il 7,5%. A sorpresa, la Svizzera è in coda con il 2,2%.

Nella protezione sociale domina la Finlandia con una spesa pari al 25,7% del Pil. Francia e Italia seguono con il 23,4% e 21,1%, ben al di sopra della media Ocse del 13,4%. Gli Stati Uniti sono il fanalino di coda con appena il 7,9%, riflettendo un modello sociale più individualista.

Una delle sorprese del rapporto è il primato italiano nella spesa per “Housing and Community Amenities: il nostro Paese vi destina il 4,3% del Pil, contro una media Ocse dello 0,8%. Si tratta di una categoria ampia che include investimenti in edilizia pubblica, approvvigionamento idrico, illuminazione stradale e verde urbano. Un dato che segnala l’importanza attribuita a infrastrutture e qualità della vita locale, anche se restano da valutare efficacia e ricadute sociali di tali investimenti.

L’Italia continua a figurare ai vertici delle classifiche per debito pubblico: con un rapporto debito/Pil al 148,2% nel 2023 (148,4% nel 2024), è terza nell’area Ocse, dietro Giappone (228%) e Grecia (180%). Anche il debito pro-capite è tra i più alti: 85.821 dollari nel 2023, saliti a quasi 87.800 nel 2024, contro una media Ocse di 72.400. Peggio fanno solo Giappone e Stati Uniti.

Quanto al deficit, l’Italia segna nel 2023 un preoccupante 7,2% del Pil, seconda solo agli USA (7,6%) e ben oltre la media Ocse del 4,6%. Nel 2024, tuttavia, il disavanzo si è ridotto al 3,4%, segnale di una parziale inversione di rotta.
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