Economia

La scommessa di Eni, oltre un miliardo di dollari per l'energia da fusione

di Redazione
 
La scommessa di Eni, oltre un miliardo di dollari per l'energia da fusione
Eni, la celebre "global energy tech company" italiana, sta consolidando la sua posizione all'avanguardia nella transizione energetica con un accordo storico che potrebbe riscrivere il futuro dell'energia globale. In un annuncio che ha fatto scalpore nel settore, Eni e Commonwealth Fusion Systems (CFS), un leader emergente nel campo della fusione, hanno siglato un Power Purchase Agreement (PPA) da oltre un miliardo di dollari. Questo accordo non è solo una transazione finanziaria; è un impegno concreto per l'acquisto di energia da fusione, proiettando questa tecnologia dal regno della teoria a quello della realtà industriale.

L'accordo riguarda l'acquisto da parte di Eni di elettricità decarbonizzata dall'impianto ARC di CFS, una centrale da 400 MW che sorgerà nella contea di Chesterfield, in Virginia (USA). L'allacciamento alla rete è previsto per l'inizio del prossimo decennio, un orizzonte temporale che testimonia l'ottimismo e la fiducia reciproca tra le due aziende. Questo non è il primo PPA per CFS, ma il fatto che un gigante energetico come Eni si impegni in un accordo di tale portata è una potente convalida della promessa della fusione nucleare.

"Questo accordo con Eni dimostra ancora una volta l’importanza dell’impiego dell’energia da fusione sulla rete elettrica", ha commentato Bob Mumgaard, Co-fondatore e CEO di CFS. L'entusiasmo è palpabile, specialmente considerando il lungo percorso di collaborazione che lega le due società: Eni è stata tra i primi a investire in CFS già nel 2018, e da allora è diventata un azionista strategico.

La partnership tra Eni e CFS è un esempio virtuoso di come le grandi aziende consolidate possano collaborare con startup innovative per accelerare lo sviluppo tecnologico. L'accordo di acquisto di energia è l'ultima tappa di un percorso che ha visto Eni aumentare il proprio investimento in CFS durante il round di finanziamento di Serie B2 da 863 milioni di dollari. Nel 2023, le due società avevano già siglato un Accordo di Cooperazione per condividere know-how tecnologico, metodologie di progettazione e supporto operativo, dimostrando un impegno che va ben oltre il semplice capitale.

Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, ha commentato: “Questa collaborazione strategica, con un impegno tangibile per l'acquisto di energia da fusione, segna un momento di svolta in cui la fusione diventa una prospettiva industriale effettiva. Eni è impegnata a consolidare la collaborazione con CFS tramite il proprio know-how tecnologico, sin da quando ha investito in CFS nel 2018. In un contesto come quello attuale di crescente domanda di energia, Eni sostiene lo sviluppo dell'energia da fusione come nuovo paradigma energetico in grado di produrre energia pulita, sicura e virtualmente inesauribile. Questa partnership internazionale conferma il nostro impegno a rendere l'energia da fusione una realtà, promuovendone l’industrializzazione per un futuro energetico più sostenibile”.  

L'accordo rappresenta anche una conferma per CFS, che ha dimostrato la sua capacità di esecuzione con progressi notevoli, come lo sviluppo di magneti superconduttori ad alta temperatura e l'accelerazione della costruzione di SPARC, l'impianto dimostrativo per la fusione a Devens, Massachusetts. La promessa è chiara: la fusione non è più una chimera, ma un obiettivo tangibile che CFS e Eni stanno lavorando insieme per raggiungere.
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